Tuesday, October 31, 2006

HALLOWEEN


"I have my Bob Dylan mask on, I'm masquerading," Bob Dylan told the audience this way, in the Halloween Concert, in 1964 (1).

As years go by, maybe Dylan is still “masked” even if not “anonymous” at all, in spite of the title of one of his (poor) movies (2). Anyway, at the age of 65, the man is keeping on performing and producing new albums (3), careless of the criticism.

So, if you think he can still have something to give to your mind and soul, see you in the audience the next concert: maybe we will meet with our hair going grey, but you know what the man said once: “I was so much older than, I’m younger than that now”.

Notes:

(1) Bob Dylan, The Bootleg Series vol.6, Concert At Philarmonic Hall, Sony Music

(2) Masked And Anonymous”, directed by Larry Charles, with Bob Dylan, Jessica Lange, Penelope Cruz

(3) Listen to “Modern Times”, the new Bob Dylan album !

Sunday, October 29, 2006

PREVENIRE MEGLIO CHE CURARE ?


Lo si sente dire spesso.

Eppure molti studi scientifici riguardanti il rischio cardiovascolare hanno dimostrato il sostanziale fallimento dei programmi di prevenzione primaria (quella messa in atto prima che la malattia si sia resa manifesta) nei confronti di quelli di prevenzione secondaria (iniziata quando la malattia é già insorta).

Come dire che é sempre più facile chiudere la stalla quando i buoi sono scappati.

Sarà che forse l’impegno in un cammino, anche se fortemente motivato, ha bisogno della condivisione per avere successo ?
E’ un po’ quello che dice Giancarlo Cesana, docente di Medicina del Lavoro presso la facoltà di Medicina dell’ateneo di Milano:
L’errore formativo più grande é quello di ritenere che la coscienza individuale possa reggere indefinitamente grazie ad una coerenza ferrea a principi, che una volta acquisiti mai sono messi in discussione. Non si può essere veramente amici degli uomini se non si vive di amicizia. E l’amicizia non é altro che una correzione (che letteralmente significa “reggere insieme”) del cammino ideale e morale di ciascuno verso il compimento del proprio destino”.


Saturday, October 28, 2006

IL DIALOGO DELLA RAGIONE


Vent’anni esatti quest’oggi, da quell’intuizione di Giovanni Paolo II di radunare ad Assisi i leader cristiani e delle altre religioni, per pregare gli uni accanto agli altri.
Il dialogo interreligioso é avanzato in questi anni, nell’accresciuta consapevolezza di ciascuno delle radici e ragioni della propria fede e tanto più quanto ci si é sforzati di mettere in atto la famosa “regola d’oro”, comune a tutte le religioni e che recita "Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te" o, in positivo, "Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te" .
Uno di questi momenti di dialogo é accaduto in questi giorni a Milano, all’Università Cattolica di Milano, in occasione della presentazione della traduzione in lingua araba del più famoso libro di Don Giussani, “Il senso religioso”.
Chi ha assistito all’incontro, presenti don Julian Carron, attuale successore di Don Giussani alla guida del Movimento di Comunione e Liberazione, ed il professor Wa’il Farouk, docente di lingua e letteratura araba all’Università del Cairo, difficilmente lo scorderà.
Momenti di dialogo intenso, nel desiderio d’incontrare l’altro nella sua integralità.
Come quando Wa’il Farouk dice a tutti : “Sono qui stasera per fare il primo passo, per dire insieme a voi che la paura non deve impedirci di amare. Non abbandonate il coraggio dell’amore”.
Farouk risponde alla proposta che Carron cita come contenuto del libro, “occasione di scoperta dell’esperienza umana in tutta la sua ampiezza per le persone di culture e tradizioni diverse dalla nostra”.
Un momento di coraggio, di quel “coraggio di aprirsi all'ampiezza della ragione, non il rifiuto della sua grandezza”, citato da Papa Benedetto XVI a Ratisbona, preludio al vero dialogo delle culture e delle religioni

Friday, October 27, 2006

IT WAS FIFTY YEARS AGO


It was more than forty years ago when Bob Dylan sang “How many years can some people exist, before they’re allowed to be free ?”.

It was exactly fifty years ago when the Russian troops suppressed the freedom of the Hungarian people with their invasion in Budapest.

During those dramatic days was so clear the voice of Pope Pio XII, in a radio message, saying that the name of God, “the source of law, justice and freedom” had to “be brought back to our parliaments, our homes, our offices”.

In the same time Chiara Lubich, founder and still president of the Focolare catholic movement, said to many people : “there is a society capable of putting aside the name of God (...) of eradicating it from the hearts of men. So there must be a society who is able to give Him his place. There must be authentic disciples of Jesus, an army of volunteers, because love is free”.

Fifty years after the “volunteers of God” are a reality, inside the Focolare Movement and the Church and they had their meeting in Budapest, at the Sports Arena on the 14th, 15th and 16th of September.

More than 11.000 people, coming from 92 countries in the five continents, together with 13 ecclesial movements and New Communities, christians from various Churches, and follower of Islam and other religions.

Three days looking at the effects on social life where the Gospel is lived in everyday life and in different cultural backgrounds.

Because these are simple men and women that are living the normality of family, work and social life, but – while imitating the first Christians just today in the 21st century – are “like the leaven in the bread, building new heavens and new earth, renewed by the light of the Gospel”.

Simple people but with a great ideal : to propose fraternity as a way that leads to peace.

Because the world, after years and years of fighting for freedom and equality, is still waiting for fraternity.

Just like Bob Dylan, saying more than forty years ago : “An’ we gazed upon the chimes of freedom flashing”.