Forse bisognerebbe spiegarlo a qualche giornalista che tenta di raccontare il Meeting di Rimini senza averlo vissuto, che questa é la dimensione ultima di quel che accade in Fiera ogni anno, alla fine di agosto.
E anche a quelli che lo censurano, semplicemente non parlando di un evento che solo quest'anno ha richiamato più di 700.000 partecipanti.
Un'esperienza, come punto di partenza, imprescindibile, e allo stesso tempo punto d'arrivo, perché se si esce dalla dimensione di un avvenimento, qualcosa che accade e di cui ciascuno può essere protagonista, allora difficilmente si riesce a capire cos'é.
Può essere che chi censura o non comprende non capisca al fondo il ruolo dell'esperienza nella vita di ogni singolo individuo.
Lo spiega bene Antonio Spadaro, in un suo editoriale estivo (1) : essa, nel relativismo di oggi, sembra essersi "svalutata come fonte di autorità e di saggezza" o, peggio, arriva a ridursi a "semplice esperimento".
Esperienza, nel suo significato più profondo, é invece qualcosa che Emilia Guarnieri, presidente dell' Associazione Meeting per l'amicizia tra i popoli, fa intravedere, durante l'incontro conclusivo di quest'anno: "anche il Meeting c'é e continua a essere vivo perché questa storia di affetto e di amicizia tra noi é viva. Perché se non fosse così, anche il Meeting, come tutte le altre cose che facciamo nella nostra vita, non ci sarebbe. Diceva Claudel: "C'é un grande Mistero tra noi" ed é da questo Mistero che noi siamo commossi ed é a questo Mistero che siamo grati. E poiché il Mistero é proprio Mistero, se é vero che non si può prevedere come questo Mistero accadrà, é anche vero che si può raccontare come ci ha cambiato, si può raccontare cosa é accaduto" .
Allora anche per me questo non può che essere il punto di partenza, partire da quello che ho visto accadere e che ho vissuto in prima persona.
Il secondo scossone arriva in una delle sale. Inizia l'incontro "Chi é l'uomo perché io lo curi" (2).
Le sue parole mi conquistano poco a poco.
Quell'uomo, seduto su una carrozzina, un tutore a sorreggere il capo, l'eloquio già in parte compromesso, conosce bene - da medico - l'inguaribilità della sua malattia; eppure parla di speranza perché dice di conoscere solo l' "inguaribile voglia di vivere" (3).
Quando aveva scoperto d'essere ammalato, egli, lontano dalla fede, aveva considerato la possibilità dell'eutanasia. Ora conclude il suo intervento così: " é bellissimo vedere una sala così colma per ascoltare delle esperienze e delle riflessioni di persone che si pensa sempre abbiano vissuto, abbiano incontrato il dolore e la sofferenza. No, io vi posso garantire che ringrazio Dio di avere incontrato questa malattia; di averla incontrata tardi, ma non é mai troppo tardi, di avere imparato quali sono i veri valori della vita. E la verità forse sta proprio qui: avere il coraggio di amare e di farsi amare, di accettare i propri limiti e di condividerli con gli altri. Vivere é la cosa indispensabile. L'amore per la vita é la benzina che mi permette di affrontare con serenità queste mie difficoltà, che vi posso garantire sono parecchie. E' talmente bello vivere che io non sono malato: sì, ho la sclerosi laterale amiotrofica, ma finché ci sarò io ci sarà anche lei: cammino insieme a lei".
Chiara, la più grande dei miei figli é in giro per la Fiera in pattini, a caccia di gadgets; alla fine della giornata avrà saccheggiato tutti gli stands. Mia moglie é al Villaggio Ragazzi, con gli altri due nostri figli. Ci siamo dati il cambio per assistere alla visita guidata della mostra: stamani era andata lei e tornando mi aveva detto che non me la sarei dovuta perdere per nessun motivo.
Le mostre sono un'altra delle cose belle del Meeting e sono tutte guidate.
Al Meeting di quest'anno il dvd dell'ultimo concerto di Chieffo (7) é andato letteralmente a ruba. L'ho comprato anch'io e l'abbiamo guardato appena arrivati a casa. Aveva cantato proprio al Meeting dell'anno scorso ed ha salutato questo mondo il giorno d'inizio di quello di quest'anno. "La verità é il destino per il quale siamo stati fatti", recita il titolo questa volta: la Verità, lui, l'aveva cantata per tutta la vita, ora ha raggiunto il Destino che ha così tanto amato.
A un certo punto del concerto, tra una canzone e l'altra, dice: "(...) pensate che a quei tempi c'era il più grande cantautore e pirata della storia, Bob Dylan, che cantava che la risposta non c'era. Cosa dovevo fare io se lui aveva un'ammiraglia pirata ed io una barchetta a remi ?Io l'avevo incontrata questa risposta, lo dovevo dire. E feci queste canzoni: "la ballata della società", "la ballata dell'uomo vecchio", che erano il segno di quella risposta che avevo incontrato io, che era Cristo. Guardate che non si può tacere solo perché si pensa di non avere i mezzi adeguati. E queste canzoni, a quanto mi risulta, sono cantate tuttora esattamente come le canzoni del grande Bob, dopo quarant'anni".
Grande Bob, ma grande, grandissimo Claudio.
E ancor più grande all'inizio del concerto, quando racconta di un giornalista che gli aveva detto: "ho capito che lei non ha un pubblico, ha un popolo" ed al quale lui aveva risposto "guardi, non ha capito fino in fondo, io faccio parte di questo popolo, ed é tutta un'altra cosa"
Già, parte di un popolo.
Strano ma vero, anch'io, ascoltandolo, mi sono sentito così.
E' ora di ricominciare, nel quotidiano di ogni giorno.
Il contenitore alla fine si é riempito, ma non si é reso colmo da solo.
E' stato riempito da Qualcosa che é accaduto.
Poco prima di uscire dalla Fiera di Rimini, ci fermiamo ancora: incontriamo amici fino all'ultimo istante. Siamo un po' di corsa ormai, ma mia moglie mi spiega poco dopo il senso di ciò che accade: "sembra di perdere tempo - mi dice - ma invece non é così; é il senso di quel che abbiamo sentito sinora: questa é l'incarnazione".
Ha proprio ragione ed é un vero e proprio sussulto.
Note:
(1) Antonio Spadaro - "Ma che significa vacanza?" http://www.bombacarta.com/?p=455#more-455