Sunday, March 14, 2010

SOLO GRAZIE


Dicesti un giorno d'essere stata strumento nelle mani di un Altro, suonando una musica il cui spartito era stato scritto in cielo. Dio conosceva la bellezza di questa sinfonia, ma poco a poco la stiamo scoprendo anche noi, perché era stata fatta per essere suonata quaggiù.
Quante volte, Chiara, mi sono sentito strumento stonato alla tua sequela.
Quante volte la musica suonata dalla mia vita l'ho udita soltanto come rumore, perché incapace di farsi sguardo verso l'infinito.
Ma tu quello strumento non l'avresti mai gettato via. Gli avresti chiesto, invece, di accordarsi, andando in risonanza sulle note dell'Amore grande che avevi conosciuto, l'amore di un Dio fattosi abbandono ("Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?"), capace di provare lo strazio dello strappo dal Padre, voragine infinita e nuova pupilla di Dio attraverso cui guardare un'umanità affranta, accecata dall'ira, capace di mettere in croce il suo Signore.

Più passa il tempo, più le croci e gli abbandoni di questo povero strumento scordato non mi appaiono più gli insuccessi, le disunità e i fallimenti quotidiani, quanto l'incapacità d'essere risposta d'amore a quell'Amore grande che mi ha generato e mi sostiene.
Eppure, se in un attimo di follia, buttassi a terra lo spartito, avrei gettato al vento l'opera più sublime che il compositore ha svolto su di me.
E allora riabbracciare quello strumento scordato é riconoscere in Lui il suo fattore, perché solo un Dio così pazzo d'amore da gridare l'abbandono é Colui di fronte al quale posso dire sì, va bene, rimetto i fogli con le note sul leggio e vado avanti nonostante me.

"Guai ai soli!" grida la scrittura e camminare dentro un popolo é ciò che mi ha sempre sostenuto. Il popolo che ha generato Chiara, oggi, é più grande che mai, perché l'abbraccio dell'Amore Abbandonato ha generato il dialogo dove sembrava fosse impossibile davvero.
E' così che oggi, dentro la sinfonia di un'esperienza che é giunta sino ai confini della terra ed ha accolto dentro sé cristiani, fedeli di altre religioni, semplici uomini di buona volontà, può esserci spazio anche per le fragili note suonate dallo strumento dell'anima mia.
Dicesti un giorno: "quando sarò alla tua porta e tu mi chiederai il mio nome, io non ti dirò il mio nome, ti dirò: "Sono "grazie", per tutto e per sempre. Questo é il mio nome".
Oggi, in questo secondo anniversario della tua nascita al cielo, questo povero strumento ringrazia, attraverso te, l'Amore grande che lo ha riaccordato.

1 comment:

Anonymous said...

Ciao, Fausto, mi sono imbattuto per caso in questa tua splendida pagina in onore di Chiara. Desidero comunicarti tutta la mia gioia per questo tuo scritto straordinario, dove l'Ideale traspare filtrato dalla vita vissuta e, diciamolo, anche sofferta. Sono con te in Chiara.
Mario D'Astuto (questo indirizzo di posta non è il mio ma tu lo hai).