Thursday, January 24, 2008

AMICO ENZO

Credo che Enzo sarebbe stato un buon amico.
Un buon amico, davvero, di quelli che non ti lasciano mai tranquillo, perché hanno a cuore la propria felicità e quindi anche quella di tutti coloro che si trovano davanti, in ogni momento.
E invece non l'ho mai conosciuto e mi dispiace, perché, sono sicuro, ne avrebbe giovato anche la mia professione.
Già, perché Enzo era un collega e pure piuttosto bravo, da quanto si sente dire in giro.


Avevo sentito parlare di Enzo Piccinini e avevo letto qualcosa, soprattutto all'indomani della sua tragica dipartita - un incidente stradale l'aveva strappato alla vita terrena a soli 48 anni, il 26 maggio 1999, portandolo via dalla moglie e dai suoi quattri figli - ma non l'avevo mai visto in faccia.
E invece, qualche sera fa, grazie al regalo di un amica - un prezioso dvd: grazie Manu ! - eccolo lì davanti ai miei occhi, a raccontare la sua esperienza di medico e di uomo ad un folto gruppo di giovani universitari.
E' un discorso appassionato, figlio del suo temperamento, pieno di grinta e di fervore, ma anche con tratti - improvvisi - di dolcissima intensità. Sono momenti in cui ti accorgi che sta per dirti qualcosa di così importante e di così vissuto che c'é bisogno di fermarsi un istante e di socchiudere gli occhi, proprio come fa lui. Salvo poi ritrovarlo con tutta l'irruenza di prima - e tu con lui, ti viene quasi spontaneo - perché se la tua vita ha trovato all'improvviso un significato ed é divenuta una risposta così definitiva al desiderio che avevi nel cuore, quella passione che sorge all'improvviso e che desidera che anche altri la possano conoscere, si traduce a volte anche in gesti e toni di voce.


C'é un passaggio in cui Enzo parla di un paziente da lui operato più volte e che, alla fine non é andato bene. E parla di paure ed incertezze, di dolore e di rimorsi, di notti che non lasciano mai dormire; ma anche di una formidabile via d'uscita, frutto di quel confronto continuo e dell'amicizia che lo legava così profondamente a Luigi Giussani :

(...) Giussani si avvicina e dice: "Come va?". Io dico: "Non c'é male".
Lui si ferma: "Come, non c'é male ? Cosa c'é ?".
Dico: "No, stupidaggini... dai andiamo, non importa".
Lui si é fermato di colpo, era stanchissimo, si é fermato di colpo: "Ma scusami, Enzo, con tutte le stupidaggini che ci diciamo, quando c'é una cosa che conta davvero non ne parliamo ?".
Io rimango inchiodato e dico: "Scusami, guarda, non volevo, ma m'é successo questo e mi dò un po' di colpe, insomma non riesco più a dormire (...) ".
Lui mi guarda e mi dà una risposta che era la più impensata in assoluto, non potevo neanche immaginarla. Mi guarda e mi fa: "Ma Enzo, proprio tu", ma con una faccia delusa: "Proprio tu ti comporti come se Cristo non ci fosse ? E' come se tutto dipendesse dalle tue mani: ma come credi di poter andare avanti così ? Non farai mai più niente di quello che fai, farai come tutti: cercare quello che meno ti ferisce, che ti mette a posto. Non rischierai più".
Poi fa: "Comunque, in ogni caso, io ne voglio riparlare. Puoi venire appena puoi ?".
Figurati ! Due giorni dopo ero su. Così ci vediamo a pranzo e dice: "Allora, racconta di nuovo".
Allora ho accennato, però gli ho detto: "Senti, Giussani, guarda io non voglio rubarti del tempo, perché poi adesso ho capito. Guarda, da me c'é una cappellina e adesso io prima di andare in sala operatoria vado lì e dico una preghiera e le cose si rimettono insieme. Sono più tranquillo".
Lui scatta: "Enzo, ma che pregare e pregare ! Il problema non é pregare, é che tu non sai offrire. Il tuo problema é che non sai offrire, e offrire significa che la realtà non é una cosa che hai in mano tu, non é tua, e che tutto quel che si fa é come se avesse dietro la domanda che il Signore, padrone di questa realtà, si riveli, perché é così che si vive, e tu, guarda - te l'ho detto, ma te lo ridico un'altra volta - smetterai di fare quel che fai e avrai paura di rischiare". (...) Poi, continuando nella discussione, mi dice: "Ma sai che cosa vuol dire offrire, riconoscere che la realtà non é tua, che non l'hai fatta tu, che non sei padrone delle cose ? Vuol dire che tu stai di fronte alla realtà con una povertà che é il modo più vero, più autentico di starci di fronte: sei seriamente più realista, prendi in considerazione le cose, ti accorgi del limite che hai, se non sai chiederai e chiederai, e non dovrai difendere la tua immagine, la tua posizione"


Come é strana e curiosa la vita, a volte.
Quando Enzo finisce di parlare mi rendo conto che, prima che iniziasse, prima che la mia mente lasciasse spazio e ascolto alle sue parole, i pensieri erano tutti immersi in una vicenda accaduta qualche giorno prima in ospedale. Vicenda professionale ed umana insieme, dove tutto il mio agire e il mio parlare, aveva assunto, alla fine, i connotati della difesa di una posizione, peraltro condivisibile - pensavo - da chi comprenda il desiderio del "prendersi cura", dell'avere a cuore il destino di quel malato che la Provvidenza di Dio ti ha messo di fronte in quell'istante.
Come a dire che ti può capitare di avere dei nemici a volte, anche se ti sembra di operare per il bene; e ciò, talvolta, può apparire persino una conferma, la sensazione che la tua strada possa essere quella giusta; in fondo, a ben vedere, c'é scritto pure nel Vangelo che l'essere perseguitati ha a che fare col cammino.
Ma poi arrivano le parole di Enzo e quelle di Giussani sull'offerta e sul modo di considerare la realtà.
Allora, all'improvviso, é come un faro nella notte, una notte buia, fatta d'orgoglio sopraffino, di presunzione di saggezza, di falsa sapienza, come ne trovi tanta in giro, specie di questi tempi e di fronte alla quale ti accorgi di non essere mai immune abbastanza, perché ne fai parte anche tu.
E così, alla fine, capisco anch'io perché, in fondo, non riuscivo più a dormire: avevo bisogno di riscoprire quella povertà che sola é in grado di affrontare la realtà, di abbracciarla sul serio, in tutti i suoi particolari.

Quando, all'indomani, il lavoro si riaffaccia sulla vita, é davvero un nuovo giorno e un nuovo sguardo.
Riesco perfino a togliere di dosso quell'abitino che i giudizi negativi riescono sempre a cucire addosso alle persone, proprio come mi aveva insegnato un tempo un altro amico e maestro, Domenico.
Sì, credo che Enzo sarebbe stato proprio come Domenico.
Un amico vero.

Post Scriptum: Nella mia vicenda ospedaliera un altro collega, un amico, ha svolto un ruolo importante nel rendere manifesta ai miei occhi la presenza di Colui che ha promesso di essere sempre presente tra coloro che sono uniti nel Suo nome. Il mio amico capirà, leggendo questo scritto ed anche a lui va il mio grazie.


Note: il testo integrale dell'intervento di Enzo Piccinnini é disponibile on line: clicca qui e poi scarica il documento pdf  "Tu sol pensando, o ideal sei vero"

13 comments:

Paolo Vites said...

1999... e sembra fosse ieri...

"Enzo, ma che pregare e pregare ! Il problema non é pregare, é che tu non sai offrire".

grazie del post, se non ci fosse il tuo blog ad aiutarmi a puntare di nuovo lo sguardo...

Fausto Leali said...

grazie a te: il trucco é che lo sguardo lo si ripunta sempre insieme... :-)

Anonymous said...

L'ho linkato sul mio Blog.
(cosa che faccio raramente...)

Fausto Leali said...

grazie factum !
qual é l'indirizzo del tuo blog ?

Anonymous said...

Grazie!
Ti ho linkato anch'io!
Anna
http://annavercors.splinder.com

Anonymous said...

Mi sa che sei già passato comunque:
http://factum.splinder.com

Fausto Leali said...

Eh sì, Factum, ti ho anche linkato !
Grazie anche ad Anna !

Anonymous said...

Hai letto la discussione su questo post da Anna? Interessante :)

Fausto Leali said...

la sto leggendo... interessante sì :-)

FLG said...

La cosa che mi è sempre piaciuta del Gius è che sapeva trovare altre parole per dire orgoglio o superbia, per esempio.
Grazie per il post, devo meditarlo e meditarlo e ... mai abbastanza.

Anonymous said...

Ma guarda! Si parlava giusto di questo stamattina. Non penso sia un caso se ci siamo incontrati. Penso proprio di no.

Fausto Leali said...

Nulla accade per caso !
Grazie Berlicche, come vedi ti ho linkato !

Anonymous said...

grazie di avere risvegliato questo meraviglioso ricordo. ero all'università in quegli anni. ho conosciuto un santo, non ho dubbi.

questa è una sua foto
http://farm3.static.flickr.com/2380/2046928869_5e2db39516.jpg

mi sono permesso di linkarti, mi piace il titolo e soprattutto.... il genere

La società dei rockers estinti
www.19631993.splinder.com

Doct.Ugo Short Tales
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