Wednesday, October 31, 2007

COMPLEANNO


E' bello vivere perché vivere é cominciare,
sempre, ad ogni istante
(Cesare Pavese)

Un grazie a tutti coloro che sono passati da qui.
E' il compleanno del blog e sento che il ringraziare é sia un dovere che una necessità.
Non ho mai inteso questo spazio come un luogo dove parlarmi addosso: c'é già tanta gente in giro che lo fa e nessuno sente il bisogno che si aggiunga qualcun'altro.
Ma questo é uno strumento che rende possibile comunicare ad altri lo stupore che rende continuamente nuova ogni mia giornata.
E allora l'ho usato e lo userò ancora volentieri.
Per descriverlo, questo stupore, ma anche per raccontare dell'abbraccio di una realtà che costantemente s'impone al mio sguardo, rendendo visibile il disegno d'amore d'un Dio che si é fatto carne per condividere la nostra stessa vita.

Spero che chiunque passi da qui possa sempre sentirsi libero di dialogare con me attraverso i propri commenti e, soprattutto, trovare un luogo dove incontrare tutto ciò e dove magari sia possibile deporre ciò che rischia, talvolta, d'indurire il cuore.

Perché quel che mi muove - ancora una volta ed ogni giorno come se fosse il primo - é quel che disse un giorno Chiara Lubich: "ecco la grande attrattiva del tempo moderno: penetrare nella più alta contemplazione e rimanere mescolati tra tutti, uomo accanto a uomo".

Con un abbraccio,
a tutti ed a ciascuno,

Fausto

Wednesday, October 24, 2007

MAN ON THE STREET

Vabbé, visto che qualcuno ha già cominciato a prendermi in giro, lo metto qui.
Che cosa ? Ma Lo spot di Dylan per il nuovo SUV della Cadillac, ovviamente (ed anche per il suo programma radiofonico, dove continua imperterrito a fare il deejay più atipico che ci sia al mondo...).
Comunque non é niente male: paesaggi da Paris Texas e poi la scena del fuoristrada che supera il truck, come in "Duel" di Steven Spielberg; ma la macchina di Bob non si lascia mica raggiungere dal camion...

Thursday, October 18, 2007

GUADAGNO

E’ una cosa alla quale non ti abitui mai. E dopo un’ora che ci sei dentro, in auto, non ce la fai quasi più. Per quanto tu possa amare la tua città, questa è davvero una cosa di cui faresti volentieri a meno: il quotidiano, onnipresente, traffico cittadino.
Allora i casi sono due: o ti arrabbi anche tu, oppure provi a sfruttare quel tempo “perso” in maniera differente.
E così provi a fermare la mente, l’unica che lì in mezzo continua a correre e ad urlare e ti metti a guardare fuori dal finestrino, per vedere se ti sai fare ancora capace di cogliere lo stupore di un quotidiano, solo in apparenza frenetico ed inconsistente.

Davanti a me passa un autobus, tappezzato di pubblicità.
Quella di oggi recita “Và dove ti porta il guadagno” e in un colpo d’occhio stigmatizza un programma dal nome anch’esso emblematico : ACCUMULATOR.
Vabbé, c’é di peggio in giro - e chi lo batte in cattivo gusto Oliviero Toscani ? - ma questo motto, così brutto, mi ha fatto lo stesso pensare.
Guadagnare cosa ? E per accumulare che ?
E, per analogia, mi é venuto in mente San Paolo, che in una delle sue lettere ai Corinti descrive qual é il guadagno al quale non fa che correre dietro tutto il giorno: “mi sono fatto debole con i deboli, mi sono fatto tutto a tutti, per guadagnare ad ogni costo qualcuno” (1 Cor 9, 19-20.22).
Mica male come programma per la giornata: appena scendo dalla macchina voglio provarci anch’io.

Cosa c’entra questo video con tutto questo ?
Beh, é una canzone di Dylan ed ha un titolo un po’ crepuscolare, ma niente male, specie per chi ha troppa fretta : “Death is not the end”. Qui però non la canta lui: é la versione di Nick Cave, in duetto con Kylie Minogue.
Ah, e nel video c’é anche un certo Shane MacGowan dei Pogues, un po’ “bevuto” forse, ma va bene lo stesso...

Friday, October 12, 2007

COLUI CHE HO ATTESO

"Gesù, la morte non é,
Tu sei.
Di qua desiderato.
In Purgatorio agognato.
In Cielo raggiunto"

(Chiara Lubich)

Ciao nonna
24 giugno 1910 - 10 ottobre 2007

Sunday, October 07, 2007

WAITING AT THE GATES OF EDEN

WAITING AT THE GATES OF EDEN
Libero ascolto e liberi pensieri su tre canzoni

Ricordo ancora quello sguardo.
Prima spasmodicamente teso a cogliere ogni impercettibile cenno di quel volto, spesso impenetrabile. Poi, un attimo dopo, rilassato e soddisfatto.
Ai tempi - era il 1989 - G.E. Smith capitanava con maestria non solo chitarristica la piccola band che accompagnava Bob Dylan in un tour che poi si sarebbe rivelato infinito - il Neverending tour - e risultava ottimo interprete dell'estro di un artista che allora appariva un po' più imprevedibile sul palco di quanto appaia ai giorni nostri.
Quello sguardo soddisfatto seguiva il riuscito missaggio, improvvisato dal vivo, tra l'intimissima ma sferzante "In The Garden" e quel fiume in piena di lava che corrisponde al nome di "Like A Rolling Stone".


"In The Garden" é una bella canzone, con un crescendo musicale adatto alla drammaticità del testo.
Uscì su Saved, uno dei tre dischi del periodo della conversione cristiana dell'artista e forse per questo non piacque granché ai fans, allora come adesso.
Ma Dylan sembra amare parecchio questa sua canzone, tant'é vero che per tutti gli anni anni 80 la suona spessissimo in concerto e va avanti un bel po' anche nei '90.
E nei concerti del tour australiano del 1986, fa qualcosa che di solito non fa davvero mai: si rivolge al pubblico e ne spiega il significato, smontando qualche falso mito e parlando di veri eroi:
"Prima di andarmene voglio cantarvi una canzone. Una canzone che parla di un mio eroe. Ognuno ha i propri eroi, non é vero ? Per qualcuno Mohammed Alì é un eroe. Ed Albert Einstein, lui era un eroe di sicuro. Credo possiate dire che anche Clark Gable lo fosse. Michael Jackson, é un eroe. E Bruce Springsteen. Ma a me non importa nulla di tutti questi. Nessuno di loro rappresenta un eroe per me, non significano nulla per me. Mi spiace, ma é la verità. Voglio cantarvi una canzone che parla del mio eroe - I wanna sing a song about my hero".

E, detto questo, attacca con quella canzone, la sua canzone sull' Uomo del Getsemani:

Gridarono contro di Lui, osarono tanto ?
La folla voleva fare di Lui il re,
porre una corona sul suo capo.
Perché Lui se ne andò invece in un posto tranquillo ?
Gridarono contro di Lui, osarono tanto ?

Quando Lui risuscitò dai morti, credettero ?
Lui disse: "A me é dato tutto il potere in cielo come in terra".
Compresero allora fino in fondo quanto valeva quel potere ?
Quando Lui risuscitò dai morti, credettero ?



Van Morrison é un artista che non piace a tutti.
Colto, ma anche introverso e scontroso, quasi troppo difficile per il rock; e in più una carriera discografica che, pur avendo prodotto alcuni veri e propri capolavori, viene tacciata talvolta d'essere ripetitiva.
Ma rimane il fatto che é un autore straordinario, dotato di una voce potente e con una capacità espressiva musicale sempre di qualità elevata.
Quando No guru, no method, no teacher esce nei negozi di dischi é il 1986, più o meno lo stesso periodo in cui Dylan va in giro a parlare e cantare di eroi.
E' un lavoro intenso, ricco di atmosfere celtiche ed oniriche e, soprattutto, di spiritualità.
C'é un momento del disco, in cui Van "the man" sembra raggiungere un'intimità esclusiva, sottolineata da una musica che passa quasi in secondo piano ed una voce che, in un passaggio della canzone, esce pressoché in sordina, quasi che per entrare in possesso di quel momento anche l'ascoltatore sia in un certo senso costretto a fare il vuoto attorno a sé, a mettersi in qualche modo in comunione con l'artista, perché quel che lui ha da passare all'altro sia colto nel suo significato più vero e profondo.
"In the garden" é un brano importante del disco, tanto che ai tempi lo stesso Van Morrison ci tenne a spiegarne il significato:
"C'é una canzone sull'album chiamata 'In The Garden' dove in realtà io ti porto attraverso un programma di meditazione, da circa metà della canzone sino al termine (...) se la ascolti attentamente, dovresti aver raggiunto una forma di tranquillità prima di essere alla fine. Accade quando dico "E mi rivolsi a te e dissi: nessun guru, nessun metodo, nessun maestro. Solo tu ed io e la natura, ed il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo". Solo la frase intera conserva tutto il senso. E volevamo metterla così come titolo dell'album. Ma abbiamo capito che sarebbe stata troppo lunga".
Il disco, invece, non é affatto lungo.
Dopo anni di ascolti é ancora uno di quelli che continua a finire sul mio lettore cd.


Bisogna stare attenti con la musica.
O per lo meno devono stare attenti coloro che la considerano una cosa seria.
Quelli che non la pensano puro divertissement, ma espressione d'arte capace di fare da colonna sonora al nostro vivere e fare compagnia ad emozioni, stati d'animo, passaggi della propria esistenza.
E quella di Nick Cave non é propriamente musichetta allegra per tirarsi un po' su.
Capita che ascolti un suo disco, No More Shall We Part, in un giorno qualunque, ma più triste di altri, per quelle circostanze che a volte rendono la vita un po' più dura.
E che la vita, intesa come percorso esistenziale, sia stata davvero dura e intensa per questo musicista, lo si percepisce anche in un disco pieno di significato come questo. L'aspetto tenebroso, romantico per eccellenza, quasi da novello poeta maledetto del rock e che spesso lo ha portato ad eccessi e derive pericolose, si coglie anche in questo lavoro, che é, invece - finalmente - piena espressione di spiritualità e di un desiderio di felicità nello scoprire un Dio sempre più vicino.
Mi lascio avvolgere dalle note, dai ricami pianistici che richiamano alla mente Tom Waits e fumosi bar, ma anche da melodie talvolta spigolose e sofferte, pronte però ad aprirsi all'improvviso, in squarci di luminosa e seducente bellezza. Come nella title track, in God is in the house, "Darker with the day", o in quella Gates To The Garden , messa quasi alla fine del disco :
"God is in this hand that I hold, as we open up the gates of the garden"


I cancelli di un giardino, nel quale ciascuno di noi vuole in qualche modo entrare.
Cancelli di un paradiso - gates of eden - al quale, tra mille affanni, non facciamo altro che bussare.
Sembra difficile a volte, ma lo é solo per la nostra poca fede.
Lo dice anche Cave, in "(Are you) The One I've Been Waiting For ?":

"C'era un uomo che raccontava meraviglie,
anche se non l'ho mai conosciuto
Diceva "chi cerca trova"
E "a chi bussa sarà aperto".

In fondo basta solo crederci un po' di più.

Wednesday, October 03, 2007

THE MAN IN ME


" Oggi c'é una pillola per ogni difficoltà.
Ma é così bella la difficoltà, beata...
E' una benedizione del cielo non sapere come fare,
perché lì diventi uomo e scopri il mondo.
Spesso mi chiedono se sono cristiano e io rispondo:
e che devo essere ? "


(Roberto Benigni)