Monday, December 24, 2012

VIGILIA

Quella notte, l'antivigilia di Natale, si soffermò a pensare alla bambagia in cui era solito immergersi, soprattutto quando fuori c'era freddo e dentro il gioco si faceva duro. Non serviva mai a nulla, tutto quel bagaglio d'idoli e false sicurezze che sapeva creare così bene nella propria mente. Soprattutto lo rendeva impotente, di fronte alla rabbia che lo assaliva alla prima cosa storta che gli capitava durante la giornata. Ma ora che la notte si era impossessata della terra, aveva più tempo per provare a scostarla un po' da sé. Affrontare la realtà con sguardo sincero.

Si avvicinò alla macchinetta del caffé: erano le tre del mattino, il suo orario preferito. Pensò a tutti quei volti, poco distanti da lì, ognuno disteso nel suo letto d'ospedale. L'uomo dallo sguardo triste, alle prese col tamponamento del suo cuore, sospeso tra la vita e la morte. L'edema polmonare, risolto, che ora respirava tranquillo e guardava un soffitto che pareva tappezzato di stelle del cielo. L'uomo giovane con l'infarto, tremante di freddo e di paura, tornato dalla sala d'emodinamica con una coronaria aperta ed il sorriso riconsegnato al suo viso. Pensò alla giovane donna, una vita di dispiaceri affogata nell'alcool ed un delirium tremens più devastante della sua cardiopatia. E all'uomo depresso, che voleva farla finita in Pronto Soccorso, ma poi, alla fine, lo aveva ringraziato per essere stato lì. Quella notte, la notte dell'antivigilia, aveva provato a bussare alle porte di tutto quel dolore, ma le chiavi d'accesso erano indecifrabili e nascoste.

Poi, il giorno della vigilia, tutto gli apparve come trasfigurato. Se ne andò per la sua strada, le mani ancora sporche di sangue, ma pezzi di strada condivisi. Portò con sé quei volti, compagni di viaggio con imbarchi e rotte diverse, ma un unico approdo per lo stesso destino. Di lì a poco una Madre li avrebbe raccolti per deporli nella mangiatoia del Suo unico Figlio. Perché potessero diventare tutti assieme figli suoi. Quella Madre li avrebbe sempre protetti, come aveva sempre protetto anche il suo cammino e il suo sorriso. Era Natale, dal suo cuore uscivano lacrime di sudore ed era felice. Infilò le chiavi nella serratura, entrò in casa, appese il cappotto e si sedette al tavolo, con la penna e i suoi poveri pezzi di carta in mano. Ed iniziò a scrivere la storia successiva.