di Chiara Lubich
"Quando si parla d'amore, Signore, forse gli uomini pensano ad una cosa sempre uguale.
Ma quanto é vario l'amore !
Ricordo che quando t'ho incontrato non mi preoccupavo di amarti. Forse perché eri tu che mi hai incontrata e tu stesso pensavi a riempire il mio cuore. Ricordo che alle volte ero tutta fiamma, anche se il fardello della mia umanità mi dava noia e avevo l'impressione di trascinare un peso. Allora, già d'allora, per grazia tua, capivo un po' chi ero io e chi tu, e vedevo quella fiamma come un dono tuo.
Poi mi hai indicato una via per trovarti. "Sotto la croce, sotto ogni croce - mi dicevi - ci sono io. Abbracciala e mi troverai".
Me l'hai detto molte volte e non ricordo le argomentazioni che adducevi.
So che mi hai convinta.
Allora, al sopravvenire di ogni dolore, pensavo a te, e con la volontà ti dicevo il mio sì...
Ma la croce restava: il buio che incupiva l'anima, lo strazio che la dilaniava, o altro... quante sono le croci della vita !
Ma tu, più tardi, mi hai insegnato ad amarti nel fratello e allora, incontrato il dolore, non mi fermavo ad esso, ma, accettatolo, pensavo a chi mi stava accanto, dimentica di me. E dopo pochi istanti, tornata in me, trovavo il mio dolore dileguato.
Così per anni e anni: ginnastica continua della croce, ascetica dell'amore. Sono passate tante prove e tu lo sai: tu che conti i capelli del mio capo, le hai annoverate nel tuo cuore.
Ora l'amore é un altro: non é solo volontà.
Lo sapevo che Dio é Amore, ma non lo credevo così."
(tratto da Chiara Lubich - La dottrina spirituale - ed. Città Nuova)
2 comments:
Auguri, a Chiara
auguri in ritardo!
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