Note:
(1) Bob Dylan - My Life In A Stolen Moment, 1962
"IN THE FURY OF THE MOMENT I CAN SEE THE MASTER'S HAND, IN EVERY LEAF THAT TREMBLES, IN EVERY GRAIN OF SAND" (BOB DYLAN)
Un cd rimesso nel lettore quasi per caso.
Ed una canzone che mi ricorda all'improvviso la sua storia.
La storia di Chiara Badano, per tutti Chiara Luce, una ragazza morta a soli 18 anni, in odore di santità.
Avevo già parlato di lei, in un post del 2006 ed ora che la ritrovo mi viene voglia di rifarlo.
Una storia affascinante la sua, anche se non unica, simile a quella di altri che incontrano la sofferenza e, invece che viverla come ostacolo, ne fanno una pedana di lancio, verso una vita più vera.
Quanti ne incontro, tutti i giorni, nei letti d'ospedale.
E Chiara ci finisce anche lei, contro ogni logica umana che non vorrebbe vederla lì, una ragazza giovane e bella, sportiva e intraprendente qual'era lei.
Il nemico è terribilmente ostile: il tumore, un sarcoma, è di quelli che non risparmiano la sofferenza a nessuno. Ma Chiara è armata bene e parte subito battagliera. In una lettera del 1985 scrive: "Ho riscoperto il Vangelo sotto una nuova luce. Ho capito che non ero una cristiana autentica perchè non lo vivevo sino in fondo. Ora voglio fare di questo magnifico libro il mio unico scopo. Non posso e non voglio rimanere analfabeta di un così straordinario messaggio.".
Poi la scalata, rapida, inesorabile, dentro il mistero di quella vita, sino all'inimmaginabile, il rifiuto della morfina (voleva avere ancora "qualcosa da offrire") per essere più simile a Lui: "La medicina ha deposto le armi... Mi sento così piccola e la strada da compiere è così ardua. Spesso mi sento sopraffatta dal dolore. ma è per Gesù che viene a trovarmi. E così gli ripeto: se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch'io".
Allora l'ho ripensata a lungo Chiara.
E l'ho guardata, ma non come si guarda chi si pensa distante da noi.
L'ho pensata come una persona qualunque, una che con la mia vita possa centrare davvero.
E che ha fatto qualcosa d'eroico, certo, ma giorno per giorno, dentro il quotidiano. Qualcosa non d'irraggiungibile, quindi, ma alla portata di tutti; di tutti coloro che decidano di lasciarsi portare da un Altro.
E poi ho trovato anche le immagini di quella canzone.
Provate a guardarle e guardate come canta e come suona questa gente.
Ragazzi come Chiara, pronti a fare la stessa scelta, senza paura; scelta di dare la propria vita per un Altro, in ogni istante, sin dalle piccole cose d'ogni giorno.
E che non smette di correre, mai.
Perchè in quella Luce non c'è più nulla da temere:
"Corri, corri, brilla accanto a me, nella stessa luce
corri, corri, brilla brilla che luce chiara e bella sei.
Corri, corri, dimmi che non c'è, nulla da temere
Corri, corri, brilla, brilla che la tua luce ora è in me"
Note:
1) per il titolo di questo post mi sono appropriato di quello di un bellissimo libro di Luigi Giussani; penso che lui, da lassù, mi perdonerà.
2) Chiara "Luce" Badano è partita per il cielo il 7 ottobre 1990. Il processo per la causa di beatificazione è stato avviato dieci anni dopo, il 7 ottobre 2000. La sua storia è raccontata, tra gli altri, in questi due libri:
Michele Zanzucchi - Io ho Tutto - Città Nuova editrice.
Mariagrazia Magrini - Di luce in luce - edizioni San Paolo
“Nella vita e nella morte, io sono sempre con te”. L’aveva promesso a Chiara Lubich e così si è attuato. Natalia Dallapiccola, la prima che ha seguito Chiara in terra nel 1943, è stata la prima a raggiungerla, a distanza di pochi giorni, nell’Al di Là. Aveva 83 anni. E’ deceduta ieri sera, nella sua casa a Rocca di Papa poco dopo le 21, in seguito a disturbi cardiaci e polmonari, attorniata da Graziella De Luca, Valeria Ronchetti, Vittoria Salizzoni, Doriana Zamboni, le prime compagne degli inizi, con cui viveva. Natalia è stata “presente” sino alla fine. Poche ore prime della “partenza” aveva meditato su una pagina di Chiara, che aveva modellato la sua vita: “Ho una sola madre sulla terra, Maria Desolata… nel suo stabat, il mio stare, nel suo stabat, il mio andare…”. A chi gliel’ha letta, la sua piena adesione e gratitudine: “Sì, era proprio quello che volevo”.