Lassù in cima, un altro ragazzo lo osserva. Si è fatto grande, ormai. E’ diventato uomo ed è invecchiato, i capelli si sono ingrigiti anche a lui. Ha cantato, col suo cuore, tutte le canzoni, per tutta la sera. Quel ragazzo, che aveva conosciuto l’uomo sul palco così tanto tempo fa. Diciott’anni o poco più, un disco che arriva a casa con un amico, che ha il suo regalo di Natale da donare. Tony, che ogni volta che veniva con un disco nuovo era un orizzonte infinito che si spalancava. Quell’anno era arrivato con “For Everyman” e il ragazzo aveva scoperto Jackson Browne per non lasciarlo più. Poi Tony si era ammalato, sindrome da immunodeficienza acquisita, l’avevano chiamata. AIDS, una malattia tutta da scoprire, un cammino verso il calvario ancora da percorrere per la medicina. E così, di lì a poco, Tony se ne era andato via, la sua vita spezzata come quella di tanti altri. Lasciando la sua storia e i suoi dischi a quel vecchio ragazzo, che ora ha i capelli grigi ma il cuore ancora tutto intero. (...)
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