Sunday, May 11, 2008

RUN, RUN, RUN


COLORIAMO LA CITTA'

Chi di noi non vorrebbe vedere la propria città,
invece che grigia per la solitudine el'indifferenza,
colorata dall'amore che avvicina le persone e costruisce la fraternità ?

Vorremo fare qualcosa, ma cosa ?
E da dove cominciare ?

Basterebbe una piccola Regola per cambiare il mondo.
C'è una parola scritta nel Vangelo che fa pensare.
Fai agli altri ciò che vorresti che gli altri facessero a te.
E' una legge universale, comune a tutte le religioni ed iscritta nel cuore di ogni uomo, talmente preziosa da essere chiamata
Regola d'oro.
Proviamoci fin d'ora a viverla, cominciando da chi ci sta accanto, anche in questo momento.


Chissà cosa deve aver pensato chi si è trovato a passare di lì per caso.
Me lo sono chiesto più volte ieri, ai giardini di Porta Venezia, a Milano, durante lo svolgimento della seconda edizione della RUN4UNITY, vivendo quel clima di festa e di fraternità, che vedi così di rado nelle nostre città.
Lo stesso clima che si viveva in tanti altri luoghi dei cinque continenti, unico teatro di una staffetta mondiale, promossa dai "ragazzi per l'unità" - i ragazzi del Movimento dei Focolari con tutti i loro amici - tutti a correre nei posti simbolo del pianeta, lungo le vie delle più grandi metropoli, per stendere sul mondo un arcobaleno di fraternità.

Ci sono gli Skortza, solida rock band e fratelli d'Ideale, ad infiammare con la loro musica gli animi dei giovani ed anche dei presenti più attempati. Canteranno anche "Run, run, run", vero e proprio inno della giornata. Poi le coreografie, preparate dai ragazzi. E soprattutto le testimonianze, anch'esse stralci di vita vissuta da loro, a dire ai loro amici, ma anche a noi adulti, che sì, è possibile davvero vivere così, dare la vita per chi ti passa accanto, costruire nel mondo frammenti di reciprocità.



Alle quattro parte la corsa. E' arrivato finalmente il nostro turno; i primi a correre sono stati quelli delle isole Fiji; finiranno i ragazzi di San Francisco, Vancouver, Lima e Santiago. C'è un entusiasmo nell'aria che ti pare d'essere alla maratona di New York. E c'è la gioia tipica dei ragazzi, ma anche la coscienza del passarsi un testimone che parla una sola lingua, una lingua che dice Unità. Nessuna contestazione al passaggio degli atleti e d'altra parte questa non è mica la torcia olimpica: con tutto il rispetto, qui si assiste a molto di più.

Quando mia figlia Chiara giunge all'arrivo mi dice entusiasta : "Papi, sono arrivata ottantottesima!" E la sua amica Maria, di rimando: "E io novantesima!". Sono felicissime, neanche avessero vinto il campionato del mondo. E a me sembra che il trucco sia nell'aria che stiamo respirando tutti, che sa davvero di paradiso.
Come a dire: sono cose dell'altro mondo in questo mondo, queste.



Finita la corsa, le premiazioni e poi via di nuovo a cantare, a ballare, a raccontarci di questa vita che ci ha preso. C'è anche il collegamento in diretta con Roma, in Piazza Navona: vi assistiamo sullo schermo gigante. E da là, loro ci collegano via internet con quello che sta succedendo negli altri punti del pianeta. Avevamo capito che era qualcosa di grande, ma vederlo dal vivo è davvero un'altra cosa.

Quando ce ne andiamo via, ormai quasi verso sera, penso a come definire tutto ciò che ho visto.
"Papà, è stata una giornata bellissima!", mi dice Andrea, 5 anni, il mio figlio più piccolo. Suo fratello Marco aggiunge: "così tante ore, sono passate in frettissima!".
E a me, allora, viene in mente una frase, quel testamento che Chiara Lubich ha lasciato a tutti noi prima di partire da quaggiù: "siate una sola famiglia".
Allora forse è questo ciò che ho visto e sperimentato insieme a tutti gli altri.
Ed è ora che riaffiora ciò che Chiara ci aveva promesso, seppure già malata, un po' di tempo fa: "Ci sarò come posso", aveva detto.
Difficile pensare che la sua presenza, che si è avvertita da lassù, potesse essere più forte di così.



Post Scriptum
Mentre scrivo questo post, all'indomani di una giornata straordinaria, mi vengono in mente le parole infuocate di Enzo Piccinini, un "amico" che non ho mai avuto la fortuna d'incontrare di persona. Aveva appena finito un incontro con altri giovani ed il suo maestro e professore universitario gli aveva obiettato: "Piccinini, queste sono cose da ragazzi: sono belle, sono vere, ma sono da ragazzi!". Quasi a dire, per gli adulti non potrà mai essere la stessa cosa. E lui, invece, a rispondere con passione: "la consapevolezza che mi è venuta chiara è che una cosa è riconosciuta vera perchè corrisponde e rimane per sempre così (...) ed è questa esigenza di vero, di bello, di giusto, di amare e di essere riamati, che chiamiamo cuore (...) e non è un problema di età".
Proprio così, il cuore che palpitava ieri ai giardini di Milano, come in centinaia di altri punti del pianeta.
Mi piace pensare che anche Enzo, ieri, abbia fatto famiglia con noi da lassù.

4 comments:

Anonymous said...

Che bella giornata che avete passato, tu e i tuoi ragazzi, anche se l'hai messa nella categoria "storie di semplice comunione", sai com'è speciale una giornata così.
Queste cose mi danno sempre gioia, perchè, non le senti al Tg, dove ci sono quasi solo brutte notizie, ma le ascolti col cuore . . .!
Ciao, R

Fausto Leali said...

E infatti l'ho messa anche nella categoria "eventi" !
Perchè di evento si tratta, quando dei ragazzi sono capaci di ridonare a noi adulti la speranza di un mondo nuovo, quel "sogno folle di un Dio" per il quale Chiara Lubich ha vissuto tutta la vita: "Che tutti siano uno!".

Grazie per il commento

Anonymous said...

Sai, a proposito di TG, proprio ieri, al TG regionale, hanno fatto un servizio su questo "Evento" qui, ad Ancona! E, vedendo le immagini di quei ragazzi, ho pensato a te ai tuoi! :-)
Ciao, R

Anonymous said...

Sai, a proposito di TG, proprio ieri, al TG regionale, hanno fatto un servizio su questo "Evento" qui, ad Ancona! E, vedendo le immagini di quei ragazzi, ho pensato a te ai tuoi! :-)
Ciao, R