Le ferite degli altri non fanno altro che interrogarmi, in continuazione.
Come questo video - Everybody Hurts, dei REM - dove i pensieri di ogni singolo protagonista inquadrato sembrano squarci su esistenze intrise di dubbio e di dolore.
Ma sono soprattutto le ferite che incontro dalla mattina alla sera, in ospedale, in questo mestiere che non fa altro che metterti continuamente di fronte al limite. Quello del paziente e della sua malattia, ma anche il tuo, nel ritrovarti lì, insieme a lui, in quella terra di frontiera - terra desertica e bruciata - dove ognuno desidera trovare risposte che risolvano la propria domanda di felicità.
Il video dei REM fornisce immagini dove ti sembra di trovare via d'uscita, attraverso quell'incedere progressivo e nella sua soluzione finale, con quegli uomini e donne che si ritrovano tutti insieme, quasi a condividere un cammino.
E' già un traguardo, ma rischia di non bastare, c'é bisogno di più. E' necessario che quella ferita cessi d'essere fastidio, di apparire scomoda, di suscitare desiderio di fuga e misconoscimento della realtà.
Solo nel momento in cui essa diviene benedizione dentro la tua vita, qualcosa può finalmente cominciare a girare per il verso giusto.
Sembra uno scandalo voler definire il dolore così, eppure, a fronte di un mondo che invece lo censura, ti accorgi sempre più che rappresenta parte di un percorso vitale, che risponde cioé realmente al tuo desiderio più profondo di felicità.
Gli amici aiutano sempre quando sei alla ricerca di soluzioni ed anche la canzone dei REM si muove nella stessa direzione, con lo stesso desiderio. Ma gli amici veri non sono quelli che ti tolgono di mezzo i guai: sono quelli, invece, che ti aiutano a scoprire il vero significato di ciò che ti accade.
Quello di questo libro é uno di quegli amici e da lui sto imparando molte cose.
A vedere, per esempio, con occhi nuovi proprio quella scomoda, inattesa, inesplicabile ferita: la ferita dell'altro.
"(...) prima o poi ogni persona fa un'esperienza che segna l'inizio della sua maturità: capisce nella propria carne e intelligenza che, se vuole sperimentare la benedizione legata al rapporto con l'altro, deve accettarne la ferita.
Comprende cioé che non c'é vita buona senza passare attraverso il territorio buio e pericoloso dell'altro e che qualunque via di fuga da questo combattimento e da questa agonia conduce inevitabilmente ad una vita umana senza gioia"
(Luigino Bruni)
Luigino Bruni - La Ferita dell'altro - editrice Il Margine
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