«Non abbiamo mai fatto progetti a tavolino, ci siamo sempre sentiti liberi dall’esito. Liberi di chiedere a chiunque un aiuto, perché tutto concorre alla sua Gloria. Non abbiamo mai voluto capire teoricamente cosa significasse la parola comunione. Ne abbiamo fatto esperienza nell’accoglienza. La comunione è un giudizio, è verità. Nasce dall’unione dei cuori, non da temperamenti simili». (Innocente Figini)
I piedi giù dal letto, al mattino presto, svogliatamente.
Perché sono giorni che ti trascini così, in qualche modo. Piccole delusioni, fatiche sul lavoro, imprevisti quotidiani. E così hai perso di vista la realtà, la capacità di lasciarti stupire e di aderire ad essa, con baldanza, ma anche con caparbietà.
La giornata che ti si prospetta, però, ti mette dentro un fremito, come se già sapessi che potrebbe ridestare in te un desiderio. E allora provi a buttartici dentro così, senza troppe domande.
Passa poco tempo e ti ritrovi lì, in quella celebrazione eucaristica che oggi ha messo l'abito della festa. Perché proprio di festa oggi si tratta, quella della famiglia. E mentre sei ancora un po' assonnato, ecco che arriva la prima botta che non ti aspettavi. Il tuo amico Don Antonio sta dicendo a tutti che bisogna partire da ciò che c'é e non da vaghi desideri che il futuro sia migliore. Sta dicendo che l'essere santi é un già e non ancora, é dire un sì a ciò che ti vien dato ora, perché dentro quell'adesso c'é già una pienezza tutta sperimentabile sino in fondo. Lo sta dicendo a tutti, ma sembra che lo dica solo a te, perché senti che é di quello che avevi bisogno ora. Nulla per caso, dici dentro di te.
Dopo un po' ci si ritrova tutti in salone. E' il pranzo comunitario, ma tanta gente così davvero non te l'aspettavi. Bambini, adolescenti e giovani. Genitori e nonni. E quando ti siedi al tavolo, ritrovi di fianco a te pure una giovane famiglia musulmana.
Avevi sentito parlare di dialogo in questi giorni e quella certezza aveva tentennato forte in te, figlia di tante, troppe paure. Così che quasi non ci credevi più: che la presenza di Cristo tra coloro che si amano nel Suo nome potesse essere ancora il seme di ogni unità. Ed ora quei volti accanto a te, nel salone parrocchiale, sono proprio quello che ti serve. Per credere ancora che non sei tu, ma é Lui che é all'opera, dentro opere imperfette perché umane, ma così belle perché frutto di coloro che si fanno docili strumenti nelle mani dell'Artista.
Ti basta uno sguardo su quella sala e ti accorgi che quella é la seconda botta, il secondo pugno nello stomaco che non ti aspettavi. Che é arrivato oggi e non ieri. E neppure domani. Perché nulla accade per caso.
E così prosegui il pranzo, chiacchierando con l'amico (grazie Marco!) che il Suo disegno ha posto oggi a fianco a te. Un amico che ha lavorato tutta notte in ospedale, ma che ha pensato che non ci fossero buone ragioni per non essere lì. Così ti scopri a guardare con dolcezza il suo viso e quello di sua moglie e dei bambini. E mentre ti fai uno con lui, dentro il suo vissuto, dentro ciò che ha da donarti in quel momento e sullo sfondo scorgi altri volti che ti sono cari come il suo, capisci quale razza di grazia é capitata proprio a te.
Quella cioé di avere amici che sono testimoni.
Quella di non essere solo, tuo malgrado.
Ci si sposta in un altra sala. Oggi ci sono Marina e Innocente Figini, a raccontare di Cometa.
Li hai già visti, sei già stato a casa loro, in quella "città nella città" alla periferia di Como, dove l'affido di molti bambini ad alcune famiglie é divenuto una realtà che desta continuo stupore.
L'hai già visto e già vissuto, l'hai pure raccontato sul tuo blog ( http://talkin-walkin.blogspot.com/2007/11/un-pomeriggio-cometa.html ) e stavi rischiando grosso d'essertelo dimenticato. Ma dopo pochi istanti tutto riaffiora e così, un po' alla volta, ricomincia la tua educazione alla realtà.
Perché é proprio quella, la realtà, che loro ti rimettono davanti, quando dicono che l'avventura é cominciata dicendo semplicemente un sì a quello che gli capitava di avere tra le mani e tra i piedi: la richiesta di avere un bambino in affido per un po'.
Poi quella realtà diviene sempre più "stringente"- come dice Innocente - al punto che quello che ai più sembra qualcosa d'impossibile da sostenere (quattro famiglie con 12-13 figli a testa, tra quelli naturali e quelli in affido), per loro, invece, é l'unica modalità di essere uomini e donne felici. Altrimenti é troppo facile scappare, dire che non ce la si fa, che questa vita é impossibile da vivere. Ed in effetti é proprio così: anche con un figlio solo, in famiglia, non ce la puoi fare, perché solamente il risveglio del desiderio del Bello che c'é in te può ridare gusto a ciò che fai. Ma quel risveglio, poco a poco diviene desiderio di comunione ed é quella la cosa di cui hai bisogno più di qualsiasi altra.
Due ore passano in un attimo: solo l'orologio impone alla gente d'andar via. E tu, invece, vorresti rimanere lì. A sentire ancora un po' di quel calore, quello che la Sua presenza ha generato. Già lo sapevi, che Lui l'aveva garantita sempre, a coloro che si fossero uniti nel Suo nome. Ma oggi, che ancora una volta l'hai sperimentata, insieme a quegli amici testimoni, si fa capace di stupirti come se fosse nuova.
E' proprio questo che cercavi per ritrovare la gioia e la speranza questa sera.
Che ti farà aderire di nuovo alla tua strada, diversa da quella di Marina e Innocente, ma non meno vera della loro. E quella che loro, nelle ultime parole che ti hanno detto, ti hanno invitato a seguire sino in fondo, senza indugio e senza sconto alcuno.
Quella strada che anche domani, dentro le cose di ogni momento e che prima sembravano averti schiacciato, ti farà riscoprire tutto come nuovo.
Oggi avevi bisogno di Marina e Innocente per capirlo, che sono passati così vicini da casa tua.
Ma nulla - ormai lo sai - accade per caso.
6 comments:
grazie. e' proprio vero che piu' forte del sonno mattutino, si spera qualcosa di buono dalla giornata che inizia solo in forza di un giudizio buono su quello che si ha. il tuo post aiuta a ripartire.
buona giornata, rag
Molto bello. Ma specialmente mi ha colpito la vostra naturalezza nel cogliere la non-casualità degli eventi. Spero sia contagiosa ;-)
Si, proprio nulla accade per caso. Grazie per averlo ricordato anche qui.
grazie a tutti... é una comunione che si allarga, questa.
Era un po' che non passavo ma ho visto che fa sempre bene leggere delle tua vita, ogni cosa è un "caso" da indagare, un rapporto con l'Infinito, altrimenti nulla accade.
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