La Stoccolma di fine estate indossa un abito milanese da autunno inoltrato. M'incammino per le viuzze di Gamla Stan e faccio fatica ad immaginare come fosse nell'antico medioevo, infestata com'é, adesso, da negozi di anticaglie e souvenirs. Ogni tanto mi fermo un po', guardo lo stesso le vetrine, mi tuffo nei vicoli, a caccia di imprevisti e di agguati usciti dritti come da indimenticabili film di Ingmar Bergman. Una chitarra, le cui note giungono da lontano, mi attira inesorabilmente a sé ed é una Knockin' On Heaven's Door di strada che merita le poche corone che tengo ancora in tasca. Qui i negozi di dischi ci sono ancora, zeppi di buona musica e sfrontati nel mettere in vetrina pure i vinili. Lo scaffale di The Tallest Man On Earth é desolatamente vuoto, ma "it's not sold out", mi dice con sobrietà ed eleganza l'enorme uomo barbuto che si aggira dentro qui, tirando fuori il dischetto da un angolo remoto del negozio, mentre le note di sottofondo di un Bob Dylan d'annata ci avvolgono dolcemente, facendo sembrare questo posto un angolo del Greenwich Village dei sessanta. Christian Kjellvander, invece, sold out lo é per davvero, ma sarebbe stata troppa grazia riuscire a procurarsi pure quello. Me ne vado prendendo su con me anche l'Eddie Vedder di Into The Wild ed un Wilco doc, ad andare a riempire due piccoli spazi scandalosamente ancora vuoti su di un altro scaffale, quello dei dischi che sta laggiù a casa mia.
Un esercito di cardiologi ha invaso la città, per il più importante congresso europeo dell'anno. Una full immersion nello stato dell'arte della disciplina e nelle hot lines più interessanti degli ultimi mesi. La domenica pomeriggio, però, mi ero allontanato per qualche ora da quella convention di migliaia di specialisti, a caccia di una chiesa cattolica in questa capitale del nord. Dopo chilometri a piedi, su e giù per il quartiere di Sodermalm, avevo deciso che sarebbe diventato affar Suo rendere reale il desiderio del cuore di trovarla. Poi quel desiderio si era fatto carne, attraverso la gentilezza di un pastore protestante: "Do you know where is the catholic church, please?", "Yes, come with me, I'll show you on the map", aveva risposto con un sorriso.
Certo che trovarla così é più bello, tutta un'altra cosa rispetto alle indicazioni che potrebbe darti il guidatore di un tassì; in questo modo il desiderio passa attraverso il dialogo, si trasforma in tensione all'unità, in quel già e non ancora che esprime bene quello che hai dentro, anche negli anfratti più nascosti ed in mezzo alle quotidiani ed onnipresenti tue contraddizioni. Sarà per quello, poi, che la messa domenicale in svedese riesce a scaldarti il cuore anche se non riesci a comprendere neppure una parola. Sarà perché il desiderio del cuore esiste, il motivo per cui riesce a travalicare anche la Babele dei linguaggi e riempie di significato ogni tua attesa.
Ogni tanto il sole fa capolino anche quaggiù e allora é un piacere scoprire colori pastello sconosciuti ai climi caldi cui siamo abituati qui da noi. Due ore di battello, tra le chiuse che separano il mar Baltico dal lago Malaren, rendono finalmente giustizia ad una città che in realtà é un arcipelago di miriadi di isole e isolette. C'é finalmente spazio, poco prima di riprendere la strada che porta verso casa, per far percorrere alla mente pensieri più distesi, mentre si scivola su percorsi d'acqua che tra pochi mesi potranno essere soltanto lunghe distese da percorrere per lo più a piedi o, per i più giovani e vivaci, pattinando; bianco per terra e grigio all'orizzonte, a disperdere in un'amalgama opaco quegli stessi colori che in questi momenti si fanno capaci di scaldare i muscoli e l'anima.
Una fine pioggerellina, frequente compagna dell'estate di Svezia, farà capolino anche in un inizio di settembre milanese, altrettanto grigio ed insolente, forse solo con la linea del termometro spostata un po' più in alto. Allora bisognerà tendere un agguato a quello stesso mattino, coglierlo di sorpresa prima che la città si metta a correre e ad urlare e farsi accompagnare, ancora una volta, dalla buona musica, perché sappia colorarlo come si conviene. Sarà la polvere della voce roca di Ryan Bingham, con quel Junky Star così tanto acustico, così tanto T-Bone Burnett, così Blood On The Tracks del 2010. O sarà forse Mister Everett, che con Tomorrow Morning ha finalmente svelato i suoi misteri, giungendo ad un punto d'arrivo che sa finalmente di sollievo. Il sollievo del mattino - al mattino / quando gli uccelli stanno ancora dormendo / avverti il mattino / nessuna automobile per le strade - il sollievo che ogni nuovo giorno porta con sé, dovunque e chiunque tu sia, regalandoti - ancora una volta - una chance per ricominciare.
7 comments:
wow, stoccolma alla milanese. fantastico! Stavo organizzando per sabato ma l'uomo armadillo brillo non ricordava altro impegno, mi resetto per il prossimo weekend.
sto già degustando....
grazie Fausto
spero di vedervi presto!
anna
ma sei passato per caso anche nel negozio di Micke, cd-vinyl? Non sapevo andassi a Stoccolma sennò t'avvisavo, è un mi caro amico da tanti anni e parla benissimo l'italiano...
ciao
anna
Mannaggia, cowboy annie, averlo saputo prima....
il negozio dove sono passato io era Pet Sounds Records, ma ce n'é un altro a Gamla Stan ed un'altra serie di negozi di dischi usati nella zona nord della città. Peccato che non avessi tempo per girarli tutti....
Che bella song! Bella davvero! :-)
ho trovato il disco di tallest man uno dei migliori di quest'anno.
un saluto
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