E' agitato e fatica a stare fermo sul lettino. Il battito accelera, a tratti in modo vorticoso, a fare compagnia alla sua voce. Poche parole, solo un "brum, brum" che mima il rombo di un motore. "Stai tranquillo", gli dico, mentre sua madre mi racconta che la Ferrari é sempre stata la sua grande passione. "Guardo solo il tuo cuore. Ci metto poco e non ti faccio male".
Gianni ha più di quarant'anni ed i farmaci per controllare la sua psicosi sono più numerosi di quelli che servono a tenere a bada la pressione. Un'ecografia inutile, chiesta inutilmente dal suo medico di base. Un'ecografia che non gli cambierà la vita né le cure. Ma un'ecografia che oggi può cambiare la mia giornata.
Mi avvicino piano, il tono calmo e sottovoce. "Mettigli su la sonda due secondi - mi ero sentito dire da qualcuno - e poi eventualmente scrivi che l'esame non é fattibile per la scarsa collaborazione del paziente". E invece Gianni collabora eccome. Il suo cuore rallenta e la sua mente si tranquillizza sempre più, circondati entrambi dall'amore dei genitori e dalla gentilezza della mia infermiera. Non ci metto due secondi, né due minuti, ma di più, molto di più, anche se il cuore di Gianni, per fortuna, non ha niente che non funzioni a dovere. Ma il tempo, mano a mano che trascorre, serve ad affezionarmi ad uno sguardo, quello che sento crescere su di me sin dal primo istante. Lo sguardo con cui mi sono avvicinato a lui , così apparentemente umile ed indifeso. E che, a poco a poco, ha cominciato a scaldare il mio, di cuore. Un cuore scontroso e vanitoso, talvolta insensibile ed irato, a cui troppo spesso sfugge la grandezza del dolore che gli passa accanto. Quel cuore, accanto a quello di Gianni, sembra recuperare come d'incanto la pienezza d'ogni istante, il senso di un agire che é vocazione prima che mestiere. E' per quello che quasi non si vuol staccare più. Accanto ad una fiamma che gli ridona speranza ed energia. Educato all'Amore vero.
Alla fine, quando Gianni se ne va, lo saluto col sorriso, anche se lui sembra non accorgersene neppure. "Grazie!" mi dicono la sua mamma e il suo papà. "Grazie a voi", rispondo io. Grazie davvero. Al cuore di un uomo, piccolo ed umile, che oggi ha incrociato il mio ed é diventato il cuore di un Altro. Ce n'era bisogno per tirar sera e superare la notte che verrà. Il cuore di Gianni per dire buongiorno ad un nuovo mattino.
"una frase, una sola giudicherà la nostra condotta, la parola stessa di Gesù: "ciò che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me"
(Jérome Lejeune, 1926-1994, professore di genetica dell'Università di Parigi)
2 comments:
Grazie a te, per aver amplificato quel calore per i nostri cuori... Questo post lo vorrei appeso in ogni corsia d'ospedale; come sarebbe bello se tante persone, abituate al dolore al punto da aver maturato una corazza di insensibilità, tornassero a ricercare uno sguardo fraterno negli occhi dei pazienti, se stessi, un Padre, Amore e non solo dovere, in quello che non può essere solo un lavoro...
grazie a te per essere passata da qui.
Sempre bello il tuo blog!
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