Quando Chiara Lubich e le sue prime compagne iniziarono la loro avventura a Trento, con la guerra che infuriava sopra le loro teste, si trovavano spesso nei rifugi, ogni volta che le sirene annunciavano il passaggio dei bombardieri.
Non c'era tempo per portare grandi cose con sé: bisognava correre e basta, sia di giorno che di notte.
Ma un piccolo Vangelo, quello riuscivano a portarlo sempre; e fu sempre la loro compagnia, allora come in ogni giorno a venire, per tutta la loro vita.
Racconta Chiara: "(...) il rifugio che ci accoglie non é sempre sicuro. Siamo sempre di fronte alla morte. Ci assale allora una domanda: ma ci sarà una volontà di Dio che piace particolarmente a Lui ? Se morissimo, vorremmo aver messo in pratica, almeno negli ultimi istanti, proprio quella. Il Vangelo risponde e parla di un comandamento nuovo che Gesù dice Suo: "Questo é il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici". Ci guardiamo in faccia l'un l'altra. Ci dichiariamo: "Io sono pronta a dare la vita per te, io per te, tutte per ciascuna". Da questa promessa solenne le mille esigenze quotidiane dell'amore fraterno prendono il via. Non sempre ci é chiesto di morire l'una per l'altra. Intanto possiamo condividere ogni cosa: le preoccupazioni, le gioie, i dolori, i poveri beni, le piccole ricchezze spirituali..."
Non c'era tempo per portare grandi cose con sé: bisognava correre e basta, sia di giorno che di notte.
Ma un piccolo Vangelo, quello riuscivano a portarlo sempre; e fu sempre la loro compagnia, allora come in ogni giorno a venire, per tutta la loro vita.
Racconta Chiara: "(...) il rifugio che ci accoglie non é sempre sicuro. Siamo sempre di fronte alla morte. Ci assale allora una domanda: ma ci sarà una volontà di Dio che piace particolarmente a Lui ? Se morissimo, vorremmo aver messo in pratica, almeno negli ultimi istanti, proprio quella. Il Vangelo risponde e parla di un comandamento nuovo che Gesù dice Suo: "Questo é il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici". Ci guardiamo in faccia l'un l'altra. Ci dichiariamo: "Io sono pronta a dare la vita per te, io per te, tutte per ciascuna". Da questa promessa solenne le mille esigenze quotidiane dell'amore fraterno prendono il via. Non sempre ci é chiesto di morire l'una per l'altra. Intanto possiamo condividere ogni cosa: le preoccupazioni, le gioie, i dolori, i poveri beni, le piccole ricchezze spirituali..."
Se questo é il modello, é affascinante ritrovarsi tra amici e proporsi questa misura d'amore come modalità dello stare insieme. Allora raccontarsi come va - condividere cioé i dolori e le brevi gioie - ha un fascino sopraffino, che non sperimenti altrove.
Ed anche ascoltare insieme parole importanti - c'é chi lo chiama meditare - significa intravedere la chance di veder cambiare il proprio destino.
Così é stato bello, un piccolo gruppetto di amici, sentire ancora Chiara raccontare qualcosa che riguardasse davvero la nostra vita:
"(....) Vivere pienamente il lavoro in perfetto spirito di servizio - quindi amare Gesù nella collettività: in quella scuola, attraverso quell'ufficio, quella burocrazia - é veramente il modo del nostro farci santi ? Qui é un sì talmente categorico che ti dico che non so come fare a dirlo di più. Perché é questa la vostra strada, la sola vostra strada, la bellezza vostra. (...) Voi non dovete, per farvi santi, obbedire al campanello della superiora che chiama alla preghiera. Voi dovete obbedire alla sirena della fabbrica: quello é il vostro campanello; al campanello della scuola: quello é il vostro campanello. La campanella del superiore cappuccino dice la volontà di Dio per il frate di andare a pregare; la sirena dice la volontà di Dio per quell'operaio: di andare a lavorare. ma é volontà di Dio. Del resto, Gesù per trent'anni ha lavorato, non ha predicato. (...) Quindi dovete vedere il vostro lavoro tutto nuovo. Sarà pesante, lo capisco, sia come lavoro, sia come rapporti... Ma é lì che vi santificate, é lì la vostra "notte oscura", é lì che dovete proprio distruggervi perché venga fuori Cristo, con quegli strumenti lì. (...) la penna per il professore, lo scalpello per lo scultore: quello é il vostro crocifisso, con quello voi vi santificate"
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Allora stamani, riprendendo il lavoro come sempre, tutto mi é apparso nuovo e affascinante: ogni paziente che entrava in ambulatorio, ogni cartella clinica da compilare, ogni compagno di lavoro incontrato, superiore o collaboratore che fosse, tutto il lavoro pianificato, così come quello imprevisto.
E mi son detto: dov'é mai la noia ?
E quando, alla fine della giornata, mi sono voltato indietro, ho visto tanti attimi vissuti bene, uno dopo l'altro; e come un filo d'oro a legarli tutti insieme, così che mi sono parsi veri quei versi che sempre ricordo ed amo così tanto :
"in the fury of the moment I can see the Master's hand / In every leaf that trembles, in every grain of sand" (1)
Note:
(1) "Nella furia dell'istante intravedo la mano del Maestro / In ogni foglia che trema, in ogni granello di sabbia" (Bob Dylan, Every Grain Of Sand)
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