Sunday, February 12, 2012

SCUOLA DI MATEMATICA

Una bella domenica di gennaio, il freddo non ancora intenso come quello del febbraio che deve ancora venire. Un gruppo di amici, famiglie, bambini, gente di ogni età. E un prete in mezzo a loro, quello che si diverte sempre a spiazzarti. C'é il vangelo di Matteo, durante la messa, quello che parla dei pani e dei pesci. Quello che lo conoscono anche i sassi, anche quelli che a messa, tutte le domeniche, non ci vanno affatto. Nell'omelia ci chiede quale operazione abbia compiuto Gesù quella volta, quel provocatore dell'amico prete. E ci frega anche stavolta. Perché per tutti, grandi e piccini presenti, la risposta è una sola: moltiplicazione. Non é una moltiplicazione, amici, ci siete cascati ancora. E' una divisione, quella che fece Gesù quella volta, tanti anni fa. Anzi, di più: una condivisione. Ed il risultato è la sovrabbondanza: una folla intera che mangia e si sfama, migliaia di persone sedute in riva al lago. E dodici ceste piene di pezzi di pane e di pesce portate via perché avanzate alla fine. Ciò che opera la Grazia, davanti a un cuore sincero, è sempre di dare oltre la misura di cui hai bisogno.

A scuola di condivisione, in realtà, avevamo cominciato ad andare già un paio d’ore prima, ascoltando il racconto di Paolo ed Enza, una coppia della comunità Sichem di Olgiate Olona, che ci aveva raccontato la loro esperienza. Otto famiglie che hanno cercato e trovato una nuova casa, le une accanto alle altre, per condividere gioie, speranze, sofferenze, e per allargare la propria casa all’accoglienza verso altre persone e famiglie in condizioni di temporaneo bisogno. Tre cortili di una cascina ben ristrutturata, dove anche armonia e bellezza sono il segno di una fraternità vissuta. Paolo ci parla di “pregiudizio positivo”, che è lo sguardo verso il fratello che a loro piace avere in ogni circostanza, e si potesse prendere di loro anche solo una cosa da portare a casa, basterebbe già questa a cambiare lo stile della nostra giornata. E’ bello sentirli parlare di alleanza tra famiglie che si apre all’accoglienza ed è per questo che quel Vangelo di Matteo e quell’omelia trovano poi terreno fertile su cui plasmare menti che stanno provando ad andare ad una scuola di matematica nuova, dove s’insegna che la condivisione genera più dell’addizione e della moltiplicazione.

Lo si sperimenta già a tavola, per il pranzo, dove la comunione è d’anima e di beni. Si divide quel che c’è: il cibo ed il desiderio di bellezza che ciascuno ha dentro sé e che si esprime nell’allegria e nell’armonia del nostro stare insieme. Il pomeriggio, in visita alla Badia di San Gemolo é l’occasione per continuare a mettere in pratica ciò che poco a poco stiamo imparando. “Siamo pronti a perdere la testa per Dio?”, ci provoca ancora don Paolo, davanti alle reliquie del Santo e nel luogo in cui egli fu martirizzato, una cappellina distante una quindicina di minuti dalla Badia, raggiunta dopo una bella passeggiata nel bosco. Scegliere la strada della fraternità in Cristo non è, evidentemente, solo questione di convenienza. E’ desiderio di bellezza, entusiasmo del cuore che comincia a palpitare nel petto quando incontra l’Amato, desiderio, una volta trovata la perla preziosa, di vendere tutti i propri beni per acquistare solo quella.

Alla fine del giorno, è un piccolo gruppetto di amici, quello che si saluta sorridente davanti alle macchine, prima d’intraprendere la strada che porta verso casa; poche persone, forse, qualcosa d'insignificante davanti alla grandezza del mondo che c'é là fuori, con tutte le sue tristezze e i suoi dolori, ma che ha con sé la perla preziosa: Gesù tra loro perché uniti nel Suo nome. E che, a Lui piacendo e se vivrà così, può diventare sale della terra, proprio come quei pochi pani e pesci che hanno nutrito una folla intera.
Mentre l’auto corre veloce lungo la strada, l’orizzonte oltre il parabrezza è un tramonto fatto di spicchi rosso fuoco, che contendono all’azzurro gli spazi del cielo. La bellezza del creato è la cornice di un quadro, quella che una piccola comunità di persone ha dipinto nel suo essere famiglia. Cosa desiderare d’altro, se non di continuare ad essere il pennello nelle mani di un Altro?

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