Thursday, February 23, 2012

STORIE DI SEMPLICE COMUNIONE


Nel silenzio del momento dell'elevazione sembra ancor più solenne e affascinante. Il suono delle campane, le campane del duomo di Milano. E' in quel momento che lo sguardo, assorto in preghiera, si rialza e guarda un popolo che riempe la cattedrale tutta intera. Non c'é più un posto, né a sedere né in piedi, per il popolo del don Gius, nell'anniversario del suo Dies Natalis, celebrato insieme al suo arcivescovo. Ed io lì con loro, con mia moglie e la mia figlia più grande. Con tutta la mia storia ed un suo pezzo che passa anche da qui.
Ed é in quel momento che mi commuovo per la seconda volta.

La prima era stata alla fine dell'omelia, quando Scola dice a tutti che é l'Unità la strada maestra per me, per te, per tutti. Cita Pentecoste '98, dice che "comunione" é "liberazione". Ed io ripenso a quella foto, appesa nel salotto di casa: Chiara che dà la mano a Giussani davanti alla cattedrale del primo papa della Chiesa. "Siamo una cosa sola", aveva detto il don Gius quel giorno: "L'ho detto anche a Chiara e a Kiko che avevo di fianco in piazza San Pietro: come si fa, in queste occasioni, a non gridare la nostra unità?".
Unità, oggi come allora, oggi più di allora.

La terza commozione é un sorriso. Il sorriso di Scola, quando lascia perdere il suo scritto e parte "a braccio", tira fuori quello che ha nel cuore. E' la fine della celebrazione. Ha appena parlato Carron, ha ringraziato lui, il don Gius e tutti i presenti. Una benedizione finale e si va tutti a casa. E invece no. Il cuore dell'arcivescovo torna fuori, ed ha ancora qualcosa da dire a quello di tutti noi. Parla dei sorrisi di Giussani, tutti i tipi di sorrisi di cui quell'uomo era capace. Dice che ce n'é uno speciale, quello che ti riservava quando gli chiedevi aiuto. Un sorriso meno gioioso, brioso, ma profondo e penetrante. Un sorriso che era abbraccio. "Non ti risparmiava niente, il don Gius", ci dice, "ma soprattutto non ti risparmiava il tuo bene". "Ed é così che si fa ad amare", aggiunge.

C'è bisogno di un amore così per andare avanti, un amore che ha a cuore il tuo bene. Questo é il sorriso di Dio, da dispensare al fratello che ti passa accanto. Il 14 marzo saremo di nuovo lì, col nostro arcivescovo ed il popolo focolarino in Sant'Ambrogio. Per il dies natalis di Chiara, questa volta. Per dire con la nostra vita che l'unità é possibile. Che il testamento di Gesù é l'eredità più preziosa.
E che la comunione tra gli uomini é la nostra unica e vera liberazione.


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