Friday, February 22, 2013

HIGH HOPE

Quando, in una delle numerose chiacchierate, inframmezzate tra una canzone e l'altra, Glen Hansard ha raccontato della sera in cui é andato a sbattere contro un faro in compagnia dei suoi amici ubriachi, la mia mente si é trovata scaraventata all'improvviso su di un lungomare di Bretagna, in cui avevo visto un manipolo di ragazzotti, dal nome impronunciabile di Startijenn, tenere in pugno un pubblico di giovani e anziani, pronti a ballare ed a cantare insieme in nome della buona musica e delle tradizioni. Bretagna come Irlanda, o come la buona vecchia Scozia dei Runrig dei tempi che furono. Gente nata e cresciuta in terre del nord, ma capace di trasmettere il calore di un cuore sincero meglio di uomini del sud.
Glen Hansard, coi suoi Frames prima, con i Swell Season poi e ancora adesso, lungo la sua nuova strada dettata dal ritmo e dal riposo é stato tutto questo, al Limelight di Milano, ma anche molto di più.
Il Limelight, una vecchia discoteca, che posto più brutto per ospitare un concerto così fai fatica ad immaginarlo anche se ti ci metti con tutte le tue forze. E che all'improvviso diventa una spiaggia di Bretagna, un vecchio pub o una strada di Dublino, un salotto di casa dove suonare con gli amici, un palco dove sfoderare così tanta rabbia ed energia che al confronto i gruppi punk della prima ora ti appaiono quasi dilettanti allo sbaraglio.
Che cosa ha fatto Glen Hansard l'altra sera, coi suoi Frames, gli archi, un terzetto di fiati e l'impagabile contributo aggiunto di Lisa Hunnigan, lo si legge meglio nelle recensioni di chi queste cose le sa scrivere per competenza e per mestiere. Basti, tra tutti, l'articolo di Paolo Vites - le canzoni della buona speranza - pubblicato su Il Sussidiario.net a questo link
Io, per parte mia, mi porto a casa la musica totale che sa diventar sincera. La musica, cioé, di chi ti sa parlare, oltre che suonare e cantare. Di chi sa farti passare dal furore per giungere al riposo e alla speranza. Di chi, alla fine, stacca la spina della corrente elettrica, scende da un palco e ti finisce accanto, quella Passing Through di Leonard Cohen suonata in mezzo al pubblico che non é un trucco per fare la migliore uscita di scena che ti sia mai capitato di vedere, ma un solo un modo come un altro per far sentire ad un cuore del nord il calore di tutti gli altri che sono corsi fino a qui da lontano per stringersi accanto al suo. 
Maybe when our hearts have re-aligned, maybe when we've both had some time, I'm gonna see you there. Ti ritroverò laggiù, amico mio, là dove la musica non sarà mai un luogo dove dimenticare ed annegare le proprie tristezze, ma dove trovare l'amico che ti da' di gomito e ti dice: guarda! 
Indicandoti un oltre dove ricominciare a camminare insieme. Dopo ogni passo falso ed ogni caduta. Ogni volta come fosse la prima volta. 


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