Thursday, February 14, 2013

UN FORTE E LUNGO ABBRACCIO


"E dice Signore lo vedi / il panorama di Betlemme / 
Questo cielo senza riparo / questo sipario di fiamme"
(Francesco De Gregori) 

Se nei prossimi giorni le capitasse di trovarsi a tu per tu con il Santo Padre, che cosa gli direbbe?”. Georges Coittier, teologo emerito della Casa Pontificia non ha dubbi: “Niente parole - risponde – Soltanto un abbraccio, un grande lungo abbraccio".

Ecco. Forse ciascuno di noi potrebbe rispondere la stessa cosa. Di fronte alla commozione, allo sgomento, al timore del futuro, nessun pensiero e nessuna parola. Solo un forte e largo abbraccio.
Del resto è così che si manifesta la gratitudine. Gratitudine per questo Papa, per ciò che ha saputo dire ad ogni uomo, non solo di fede, ma anche di semplice buona volontà. Il Papa che ha affrontato i temi della modernità, che è sbarcato su Twitter, che ha parlato a partire da un cuore afferrato da Cristo.
Di tutti i personali ricordi che in questi giorni affiorano impetuosi nella mia mente, ce n’è uno, più forte di tutti gli altri. Quello vissuto nella spianata del campo volo di Bresso, lo scorso 3 giugno, durante l’Incontro Mondiale delle famiglie. L’uomo che scende faticosamente dall’auto poggia il proprio passo su un bastone. Non è il bagno di folla a dargli la forza che gli anni sembrano inesorabilmente volergli sottrarre, ma un bastone, un bastone a forma di croce. La Chiesa è di Cristo, ha detto Benedetto XVI alla sua prima udienza all’indomani dell’annuncio-shock delle sue dimissioni. E Cristo, ha aggiunto, non le farà mai mancare la sua guida e la sua cura. L’applauso incessante dei fedeli in sala Nervi, che quasi impedisce al Papa di proseguire il suo discorso, altro non è che quel grande e lungo abbraccio che ciascuno di noi vorrebbe dargli. Soprattutto adesso, che il successore di Pietro ha fatto sue le parole imperiture di Paolo: “Ed egli mi ha detto: "Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza". Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie  infermità... quando sono debole, è allora che sono forte »  (2 Cor 12, 9-10).
Grazie Santo Padre, per tutto quanto ha saputo darci con il dono della sua vita. Come scrive Marina Corradi, in un editoriale di Avvenire, é il cuore che ci aiuta a capire meglio la sua scelta e dirle con fiducia e speranza un nuovo grazie. Il Signore, come lei ha detto a ciascuno di noi, ci guiderà.

No comments: