"Ricordate le valigie": la nostra guida al castello di Amboise, madrelingua italiana ma naturalizzata francese - per cui illustra le stanze del castello parlandoci con uno strano accento, che mischia il napoletano alla lingua della sua nuova patria - ci sta spiegando della bizzarra abitudine di Francesco I di cambiare casa ogni due mesi. Beato lui che così non si annoiava mai. E beato lui che, per portarsi dietro tutti gli effetti personali, ossia l'arredamento intero, disponeva pure di diverse migliaia di uomini e cavalli al suo servizio. Per cui - ci spiega appunto la guida - se li guardiamo bene, tutti i mobili di quel tempo assomigliano in realtà a bauli, sia che si tratti di tavoli, letti o quant'altro, erano fatti cioé in modo da poter contenere di tutto al loro interno. Delle valigie, insomma, ed é da quel momento che tutti noi cominciamo a guardare gli arredi delle stanze dei castelli di Francia come all'equivalente dei tapis roulants degli arrivi di un aeroporto.
Questa mania di fare le cose in grande, comunque, sotto sotto, era un po' da parvenus; é la guida che ce lo dice e d'altra parte lei é italiana e, si sa, un po' di conflittualità coi cugini d'oltralpe ci sarà sempre; anche i miei figli, senza sapere nulla della storia, nel 2006 volevano andare in gita in Costa Azzurra indossando le magliette dell'Italia campione del mondo ed in fondo adesso mi dispiace un po' d'essere riuscito a suo tempo a convincerli a non farlo.
Comunque, Francesco I, in Italia c'era stato anche lui. A farci un po' di guerre, naturalmente, che per fortuna non gli erano andate tutte bene. Ma alla fine si era innamorato del nostro paese, al punto da convincere una ventina di artisti ad andarsene con lui in Francia, Leonardo Da Vinci compreso, che aveva scavalcato le Alpi a dorso di mulo a più di sessant'anni, poveretto; fatica peraltro ripagata dalla tranquillità degli ultimi anni di vita tra le mura del Clos Lucé, delizioso piccolo castello in quel di Amboise, a due passi dalla corte del suo re.
Un re vanitoso, con la mania di fare cose in grande, ma ferito, suo malgrado, dalla bellezza.
Abbondanza di bellezza ne troviamo in tutti i castelli che abbiamo scelto di visitare, qui nella tranquilla valle che la Loira ha modellato nel corso dei secoli. Azay-Le-Rideau é deliziosamente appoggiato su un isolotto, come una pietra preziosa incastonata su un anello di pregevole fattura. Chenonceaux, originariamente consegnato in dono a Diana di Poitiers, favorita del re di Francia, diventa oggetto di disputa con la legittima consorte Caterina de' Medici ed il risultato é che ciascuna fa a gara con l'altra per renderlo più bello. Anche nei secoli a venire, quando i periodi di decadenza si fanno inevitabilmente incontro, spunta sempre fuori qualche donna a cercare di restituire bellezza a questo posto e le donne, si sa, di bellezza se ne intendono parecchio. Chambord, poi, con la sua maestosità, ce lo gustiamo a lungo, pedalando nell'immenso parco che lo circonda, un tempo riserva di caccia del re. E' il luogo dove scopro che Andrea, il mio figlio più piccolo é già bravissimo ad andare in bicicletta da solo, guadagnandomi uun solenne rimprovero da parte di tutti gli altri per la mia ignoranza : "ma come, papà, non lo sapevi?".
Alla fine, nel mio viaggio in Francia, di bellezza ne ho incontrata davvero dappertutto. Anche nelle persone, ovunque gentili, accoglienti, felici del fatto che tu abbia deciso di visitare i loro luoghi. I maligni dicono che che ho incontrato gente così perché mi sono sforzato di parlare nella loro lingua: pare che rivolgendosi a loro in inglese diventino molto più nervosi. Sarà, ma non importa, qualunque sia stata la ragione, sono contento d'essermi portato a casa abbastanza gioia.
Perché la bellezza é ciò di cui sento il bisogno ogni giorno, quella che percepisco sempre presente in ciò per cui la vita vale la pena d'essere vissuta.
Quando venne a Milano a celebrare il funerale di Luigi Giussani, l'allora cardinal Ratzinger disse che il don Giuss "era cresciuto in una casa povera di pane, ma ricca di musica, e così dall'inizio era toccato, anzi ferito, dal desiderio della bellezza e non si accontentava di una bellezza qualunque, di una bellezza banale: cercava la Bellezza stessa, la Bellezza infinita, e così ha trovato Cristo, in Cristo la vera bellezza, la strada della vita, la vera gioia".
Ecco allora cosa incontrare ogni giorno, anche qui a casa.
Perché accada che la bellezza non mi abbandoni mai.
2 comments:
thanks cardioman, mi hai fatto rivivere il viaggio fatto 23 anni fa..........è ora di ritornarci!
pensa che la volta scorsa per me era stato esattamente 23 anni fa! Magari ci siamo pure incrociati senza saperlo....
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