Se ti piace la buona musica ed il buon vino, allora questo sembra essere il posto giusto, perché, appena entrati nel locale, in mezzo a citazioni sparse, appese ai muri tra una fotografia e l'altra in bianco e nero di vecchi film, spicca una frase di Luigi Giussani che mai ti aspetteresti da uno che di mestiere ha fatto per tutta la vita il prete: "dopo la poesia e la musica, il gusto per la bellezza si esercita negli uomini sul cibo e sul vino".
Ieri sera, però, al Mama Café di Milano, di musica non ce n'era proprio e di buon vino, per la verità, davvero poco, perché il motivo per cui essere lì é un altro ed é gesto di solidarietà per chi, in questo momento, ha ben altro a cui pensare, visto che sta lottando quotidianamente per la mera e semplice sopravvivenza. La serata é organizzata da AVSI e serve per raccogliere fondi per Haiti, di cui già i giornali e le televisioni non parlano più. Non ne parlano non solo perché non fa più notizia, ma perché di fronte ai drammi la prima cosa che si perde é la speranza. Ce lo spiega bene Pippo Ciantia, nel bel mezzo dell'Happy Hour, raccontando a tutti non solo la propria esperienza personale - trent'anni in Uganda come medico e coordinatore ed una vita intera spesa a organizzare progetti internazionali per AVSI - ma anche l'anima di ciò che si vuol fare questa sera, una quarantina di amici radunati insieme per uno scopo. La speranza - dice Pippo - é la prima cosa che rischia di crollare quando tutto sembra insostenibile come in tragedie come questa. E invece rimanere là, non fuggire, significa testimoniare l'opposto, perché la vita dell'uomo é drammatica, ma non tragica, se riconosci che é un bene che appartiene a un Altro. Ci racconta di Fiammetta Cappellini, che molti hanno visto anche in tv, perché lei ad Haiti c'era già prima e da Haiti non é scappata adesso. Ti aspetteresti un'eroina e invece lui, che la conosce, ci racconta di una giovane donna caratterialmente fragile, come a dire - e ce lo sottolinea bene, con un sorriso e un'espressione disarmanti - che nella vita di ciascuno c'é il momento in cui puoi dare il meglio, anche la vita tutta intera, se l'ideale per il quale vale la pena d'essere vissuta é qualcosa di davvero grande.
Ci racconta anche, Pippo, che la prima cosa che ha sempre visto chiedere dalle popolazioni in guerra, in crisi, dentro tragedie come queste, é la disponibilità di scuole dove mandare sin da subito i propri bambini. Come a dire che ci si sforza per il cibo, gli ospedali, le case ed é profondamente giusto, ma se non pensi anche ad educare il cuore, tutto quanto é opera vana perché l'uomo possa sopravvivere sul serio.
E' un happy hour, lo chiamano così, ma dura molto più di un'ora perché la gente ha gioia nello stare insieme e la questione non é un'offerta e via e mettersi a posto la coscienza. La questione é trovare un luogo dove questa coscienza possa essere risvegliata, dentro il senso che puoi dare alla tua esistenza di ogni giorno. Anche senza che ci sia bisogno di andare ad Haiti, perché non é questo a cui sei chiamato oggi. Ma un significato grande da dare alla tua quotidianità, fare bene ciò che ti viene chiesto oggi, lì dove sei - la tua famiglia, i tuoi amici, il tuo lavoro, il prossimo che incontri ad ogni istante - quello sì, é l'eroismo che viene domandato oggi a te.
Prima di entrare nella saletta del locale, all'inizio della serata, scambio due parole con Pippo, ci si presenta, ci si dice che si fa nella vita di ogni giorno. Parlando del più e del meno mi cita una persona, coinvolta anche lei in un progetto e mi dice una sua frase che suona più o meno così: "sai, io non ho la soluzione per questo problema, ma ci metto tutto il cuore". E' quella che mi porto via e chi mi ritorna in mente un attimo prima di dormire, perché questa é davvero l'anima di tutte le questioni, metterci il cuore, ciò che non facciamo mai abbastanza, pensando sterilmente solo alle soluzioni, che, da sole, inesorabilmente, finiscono per non arrivare mai.
E' un happy hour, lo chiamano così, ma ieri sera é durato molto più di un'ora. Felice, però, lo é stato veramente, perché la gioia nel cuore é l'altra cosa che mi ricordo di ieri sera, prima di addormentarmi.
Pare che lo chiamino centuplo: é ciò che ti ritorna indietro inaspettatamente, quando gratuitamente metti in moto anima, muscoli e cuore per qualcosa di più grande di te.
Donazioni online per Haiti e gli altri progetti internazionali AVSI:
5 comments:
avvisami la prossima volta, sono da anni sostenitore dell'avsi.
a mercole
stanne certo amico!
grazie che m'hai fatto participare anche se non ero al Mama Café.
A presto!
ebbravo il doc!
Nel senso che ti piace il nuovo layout?
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