Saturday, March 08, 2008

8 MARZO


Mi sono riguardato per l'ennesima volta Pretty Woman.
Ormai é passato così tante volte in televisione, non si contano più. Eppure ogni volta non resisto e ne riguardo un pezzetto. Romanticheria hollywoodiana, dalla trama e dal finale scontati ?  E va bene, ma mi piacciono anche le storielle così:  non é che sia sempre obbligatorio dialogare su massimi sistemi.  E poi alzi la mano chi non si é mai commosso per un niente.  In fondo anche i duri hanno un cuore ed io non ho mai avuto un cuore duro e forse é anche per questo che a volte soffro un po' di più.
OK, fine dello sproloquio e se non vi siete già stufati e vi state anche chiedendo dove voglio andare a parare, vado avanti e vi spiego anche cosa mi é piaciuto del film, quando l'ho rivisto l'altra sera.

No, non é 
Julia Roberts (anche se é splendida) e neanche la musica del film (c'è dentro anche un certo Roy Orbison), ma é una scena verso la fine, in cui l'affarista Edward Lewis (Richard Gere), per la prima volta nella sua vita, infrange tutte quelle regole che, da uomo senza scrupoli di Wall Street, ha seguito fino a quel momento e decide di entrare in società con James Morse, il proprietario della compagnia marittima che avrebbe potuto rovinare, come aveva a lungo progettato di fare.    L'anziano magnate rimane sorpreso e mette una mano sulla spalla di Lewis, ancora incredulo e titubante: "signor Lewis, faccio fatica a dirlo senza sembrare accondiscendente, ma ... sono fiero di lei".  
E' solo un istante, ma nel volto di Lewis non c'è fierezza né un minimo di soddisfazione; mormora un "grazie" imbarazzato, ma fa per scostarsi, é quasi a disagio e prova ritrosia.
Il fatto é che, per la prima volta, ha accettato di essere provocato dalla realtà, ma non é ancora capace del tutto di amare.
Come un bambino, che si é appena messo in piedi e comincia solo ora a camminare.
Ma ad amare s'impara presto e tra non molto comincerà a correre, basta che non dimentichi una regola fondamentale, che c'è sempre bisogno di dare la mano a qualcuno.
Perché abbiamo tutti bisogno di redenzione, prima o poi : l'unica fatica è ammettere che é vero.



Vabbé, tutto questo per una storiella d'amore, ma tant'è, oggi é la festa della donna e quindi auguri a tutte coloro che passeranno da qui.
D'altra parte le donne reggono il mondo, l'ha detto anche Bob Dylan, una volta, in un'intervista a Rolling Stone e lui é uno che di donne se ne intende.  Io ne ho incontrata una che mi ha salvato l'esistenza un po' di tempo fa e l'ho sposata.  Spero che per molti, oggi, ci sia un volto da ringraziare nella propria vita.

Per tutti, comunque sia, ce n'è uno più grande, che Dante ha descritto con parole meravigliose, e che, per fortuna, mandano in frantumi tutte le stupidaggini che ho scritto sinora.
Ed é a Lei che anche oggi, un'altra volta ancora, si rivolge il mio sguardo.

Vergine madre, figlia del tuo Figlio,
umile ed alta più che creatura,
termine fisso d'eterno consiglio,
tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo Fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'eterna pace
così é germinato questo fiore.
Qui se' a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra 'mortali,
se' di speranza fontana vivace



(disegno di Chiara Rivera)

6 comments:

Anonymous said...

solo per un saluto
e per dirti che mentre ascolavo un pezzo strumentale che ho caricato nel mio player sono passato di qui e il tuo player mi ha proposto Going Home - Runrig
i due pezzi sovrapposti, diversissimi, ma stessa tonalità, sovrapposti fra loro....
sono rimasto ad ascoltare una trentina di secondi e ho pensato a qualcosa di indefinitamente bello e ... coincidente

e ne approfitto anch'io per ringraziare alcune donne, mia moglie prima di altre e Maria prima di lei.

giorgio

Anonymous said...

Grazie a nome di tutte le donne . . . ;-)
E di tutte le mamme ;-)
Ciao, R

factum said...

per lo cui caldo...

mi ha sempre commosso questo accento.

senza quel "caldo" il mondo sarebbe diverso.

Ciao

Anonymous said...

Mi associo ai ringraziamenti di fiordicactus ;-P!
"Abbiamo tutti bisogno di redenzione, prima o poi: l'unica fatica è ammettere che é vero." Queste tue parole e la sincerità con cui scrivi di un insegnamento evocato dalla visione di un film mi spingono a condividere un analogo pensiero; l'ho sentito nella fiction "Don Matteo" e l'ho trovato così bello da trascriverlo sulla mia agenda; da lì lo riporto:
"Il dolore più grande è negli occhi di chi non riconosce di aver sbagliato, perchè nega a se stesso la possibilità di rinascere".
Un caro saluto
Anna Maria

Fausto Leali said...

grazie dei commenti.
L'unica un po' meno contenta alla fine sembra mia moglie, che mi ha detto che però "quella lì" sul mio blog non la vuole vedere.... :-) vabbé, la prossima volta sto più attento....

Anonymous said...

http://berlicche.splinder.com/post/12240253/Bellezze+al+bagno
Per tua moglie... Non so se la convince, però fa riflettere e un po' rassicura :-)!