Solo pochi istanti prima qualcosa di nuovo era accaduto. Tutti quei ragazzi del liceo nell'aula, insieme ad alcuni delle medie, compagni di scuola dei miei figli e pure qualche bambino della scuola elementare; sguardi sereni, pieni di vita, così belli da vedere. Poi, in mezzo a loro, avevo scorto a poco a poco anche quelli degli adulti, il preside vicino al genitore, il professore seduto di fianco all'impiegata dell'amministrazione.
E una cattedra, laggiù in fondo, cattedra che ogni mercoledì diventa altare. E, dietro a quell'altare, il don Carlo, l'amico che ogni settimana celebra la Messa, prima che tutti si corra in classe, al lavoro oppure a casa, viaggiando come pazzi dietro a mille cose, così che ogni giorno abbia inesorabilmente i suoi affanni e la sua pena. Era stato allora che una sottile gioia mi aveva avvolto e, mentre la mente si era fatta faticosamente anche preghiera, avevo scorto anche quella foto, proprio dietro alla cattedra - a quell'altare! - con quella bella fotografia del cielo a fare da sfondo a tutti i miei pensieri. Non un crocifisso e neppure un icona di Maria, ma la frase di uno scrittore russo, Vasilij Grossman, già capace di pagare un tempo duramente la propria passione per la vita vera: "l'anima di ogni singola vita, nella sua irripetibilità, nella sua unicità, é la libertà".
Fuori da lì, la faccenda della grazia mi aveva allora interpellato, continuando a farlo anche dopo, senza tregua, mentre la pioggia scorreva incessantemente lungo la mia strada. E chiederla, senza remore né timore alcuno, era diventato il moto più vero del mio cuore, l'agire sincero della mia libertà. Solo così facendo era accaduto che, come l'azzurro spuntato finalmente in fondo al cielo, vedessi quella stessa grazia farsi strada a poco a poco, lungo il percorso di tutta la giornata; grazia pronta a sostenere ogni gesto ed ogni mia intenzione, sia dentro il successo che dentro il fallimento, vera e propria risposta all'agire di quella libertà.
Quante volte la mente e il cuore mi erano apparsi confusi, in affanno, assorti dentro una sorta di sottile compiacimento delle mie stesse emozioni, quasi affogati in giorni di diluvio, in cui sembrava impossibile che l'anima si facesse capace di riscoprire la bellezza! Ma l'irrompere della grazia in risposta all'agire della mia libertà diventava ora il riapparir del vero proprio nel momento in cui meno me lo sarei aspettato.
Dicono che continui a piovere, lo leggo e lo sento dire dappertutto, pure nei blog dei miei amici, quindi deve essere proprio vero.
Ma io, stamattina, sono sicuro d'aver visto spuntare là in fondo il sole.
E' per questo che mi son messo pure a cantare.
Grace finds beauty in everything, after all.
4 comments:
OK con questo post mi hai convinto, accetto la tua proposta di matrimonio!
e vissero felici e contenti :-))
manca il testimone! e io ancora non vedo il sole... :-) tanto a novembre....
arriva, arriva il sole....
Post a Comment