E di gente così, ne ho incrociata e continuo a incrociarne parecchia.
A volte incontri di un giorno, ma che lasciano il segno; altre volte veri e propri compagni di strada, capaci di autentico sostegno. Gli amici veri, insomma, che ti indicano la strada e ti fanno volare e che se cadi ti aspettano, senza però pretendere mai di prendere il tuo posto, di sostituirsi a te.
La possibilità di una compagnia al cammino é uno dei doni più belli che l'uomo abbia a disposizione.
Uomo nato libero - anche la libertà é donata - ma plasmato di una natura che non é fatta per star da sola. E sempre di più mi sembra che l'uso più straordinario della libertà sia il mettersi al servizio di colui che hai di fronte nell'attimo presente.
Quel che dovrebbe essere l'educazione, se non fosse pensata - anche nella scuola - ad un misero nozionismo fine a se stesso, fatto di obbligo e di fatica o, peggio, deriva comportamentale figlia di un relativismo etico, che penalizza il significato vero della parola libertà. Educazione invece é scoperta continua, curiosità soddisfatta nella gioia, entusiasmante avventura nello scoprire i mille aspetti della Realtà, sempre mutevole, pronta a mostrarsi in tanti aspetti, come un raggio di luce bianca che si rifrange nei sette colori dell'arcobaleno.
Se l'animo é così disposto é facile trovare maestri in ogni circostanza e non solo quando l'autorevolezza di qualcuno ti colpisce, indipendentemente da come ti senti dentro.
Si può vivere così, allora, certamente, ma é necessario un passo in più che é l'affidarsi, in un certo senso disarmati e senza condizioni.
Tutto questo ha a che fare con l'umiltà e un amico di un tempo fu maestro in questo.
Fu l'amore reciproco a far scoprire a Domenico la dimensione dell'essere umile non per sé, ma per amore del fratello. "Per amore a ciascuno vorrei avere meno entusiasmo, meno parole, e molto più ascolto, più attenzione. Far posto al Gesù presente nell'altro, "non essere per essere", come scriveva Chiara Lubich, per fare entrare Dio nella propria vita". (1)
Domenico non c'é più, un tumore l'ha portato all'Incontro cinque anni fa.
Ma l'educazione di un maestro non si dimentica mai e a me piace ricordarlo così, con le parole di sua figlia Maria Flora:
"Le persone adesso mi appaiono in una luce nuova: se prima cercavo di usare attenzione, cura, nei confronti di chi avevo accanto, adesso sento che papà mi ricorda incessantemente di "non lasciar andare neanche un minuto della mia vita senza amare", ovunque io sia. (...)
Papà amava la leggerezza, che lo portava a farci sorridere di fronte a tanti momenti per noi difficili. Una delle prime notti dopo la sua partenza l'ho sognato. Maglione rosso, al telefono, mi guarda, s'illumina con un meraviglioso sorriso e mi dice: "Non é vero niente, sai ?". Lo guardo perplessa, felice, incredula e ribadisco che, ahinoi, é tutto vero invece. "No - ripete - , non é vero niente. Fai tutto come sempre. Non é cambiato niente". (1)
Note:
(1) Paolo Crepaz - Frammenti di reciprocità. La vita di Domenico Mangano - ed. Città Nuova
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