Tuesday, June 19, 2007

GOOD OL' FRIEND NICK


"E cosa succederà la mattina quando il mondo diventerà così affollato da non poter guardare dalla finestra, la mattina ?
Concediti un po' di tempo, ora, per capire la tua storia"
(Nick Drake, Hazey Jane II, dall'album Bryter Layter, 1970)


"Ascoltare la musica di Nicholas Rodney Drake, in arte Nick Drake, significa entrare nel mondo di una sensibilità musicale accesa ed intensa
". Comincia così un bell'articolo di Antonio Spadaro su Nick Drake, pubblicato dalla rivista La Civiltà Cattolica (1).
Il musicista inglese avrebbe compiuto oggi 59 anni ed invece morì a soli 26, il 25 novembre 1974, complice forse una dose eccessiva di amitriptilina, farmaco che assumeva in quel periodo.

Provo anch'io ad avventurarmi in un viaggio attraverso la sua opera - tre dischi tra il 1969 e il 1972 e quattro ultime canzoni, per un ulteriore album rimasto incompiuto - e scopro anzitutto il fascino della sua musica.
Colta, essenziale ma raffinata, tristemente malinconica - non é certo difficile cogliere gli echi di quella sindrome depressiva che affliggeva il cantante - vero e proprio spleen, talvolta, ma non del tutto estranea alla dolcezza.
Come in Northern Sky, ad esempio, alla fine dell'album Bryter Layter, sapientemente impiegata anche nel film Serendipity, le cui sequenze finali emergono immediatamente dai miei ricordi.


Ma poi ci sono i testi delle canzoni.
Se la struggente musicalità é la risultante espressiva dei sentimenti, le liriche di Drake sono il grido dell'anima allo stato puro, la domanda più intima e profonda del suo cuore.
Ed é un grido quasi sempre straziante, in cui la delusione sembra spesso superare il desiderio stesso di speranza e di significato; come in Day Is Done : "quando il giorno é finito, il sole sprofonda nella terra, insieme a tutte le cose vinte e perse (...) quando gli uccelli sono volati, non hai nessuno che sia tuo, non hai un posto che sia casa tua (...) quando la partita si é chiusa, hai lanciato la palla attraverso il campo, hai perso molto prima di quanto avresti immaginato, adesso che la partita si é chiusa"
Eppure il bisogno di una via d'uscita non emerge di rado. Come in Time Has Told Me : "un giorno il nostro oceano troverà la sua riva", oppure in Fly: "Sono caduto così giù (...) sono seduto a terra lungo la strada (...) Ti prego dammi una seconda benedizione (grace), Ti prego, dammi un secondo volto".

Mentre ascolto le sue canzoni non riesco a non pensare alla gioia di un approdo, alla scoperta di una misericordia che tutto copre ed a tutto ridona speranza in ogni istante del quuotidiano.
Ascolto la sua I Was Made To Love Magic : "Fui creato per usare i miei occhi, sognare con il sole e con i cieli, fluttuare lontano con la canzone di tutta una vita, nella foschia dove la melodia vola (...) Fui creato per navigare, sino alla terra del sempre, non per essere legato a una vecchia tomba di pietra, nella vostra terra del mai". E così penso, per analogia, alle pagine finali di un libro, che parla di malattia e di croce, ma anche di resurrezione : "assestati i legni, cucite le vele, il vento spingerà al largo. Non so come sarà il mare. Ci saranno giorni di bonaccia e di afa opprimente. Ci saranno mattine impetuose e sere di tenera brezza. Ci sarà il porto dell'estremo arrivo. Ma perché passare a fatica di onda in onda, di scoglio in scoglio, se non é per uno scopo ? E qual é lo scopo che non delude, che dà gusto al tempo, anche nell'ultimo approdo ? Anche allora, perché l'estremo orizzonte non sia solo una linea nera, una sbarra di piombo" (2)

La musica di Nick Drake ridesta in me una domanda di significato e di pienezza.
E mi accorgo di come questa domanda non sia mai vana, in qualunque momento sia pronunciata. E' una sorta di metodo, non immune da sofferenza, ma che sempre più mi appare parte affascinante della natura del mio cammino. E che con gratitudine scopro essere capace - quando si veste di un abito di umiltà - di produrre sempre la medesima risposta: "Signore, da chi andremo ? Tu solo hai parole di vita eterna".(3)

Note:
(1) Antonio Spadaro - La musica di Nick Drake - La civiltà cattolica - 2004 IV, 458-465
(2) Emilio Bonicelli - Ritorno alla vita - Jaca Book
(3) Gv, 6, 68

1 comment:

Paolo Vites said...

"Now I'm weaker than the palest blue / Oh, so weak in this need for you"

"Sono più debole del blu più pallido / Così debole in questo bisogno di TE"

God bless Nick Drake, uno dei più grandi di tutti i tempi.