Monday, March 03, 2008

DESIDERIO


"Ma secondo voi cosa significa conversione ?"
Beh, confesso che la domanda, posta così a bruciapelo, mi aveva sorpreso un po'.
E così, quando é arrivata all'improvviso, nel contesto di un gruppo di amici - genitori di bambini che si stanno preparando nella catechesi settimanale - sono rimasto lì a pensare, senza trovare subito una vera risposta.
Poi mi é venuta in mente una parola : desiderio.
"Uno stato di affezione dell'io", dice la spesso inaffidabile Wikipedia, che però questa volta ci prende, perché di affetto si tratta davvero.
Allora, tornato a casa, sono andato a caccia di aiuti ed ho trovato questa frase di Don Giussani: "il desiderio é l'emblema della libertà perché apre all'orizzonte della categoria, della possibilità".

Ma guarda un po', mi sembrava di saperlo che alla fine si trattasse ancora una volta della mia libertà.
Libertà di pregare, magari, perché il desiderio é presente in te, ma é un Altro che lo allarga davvero, come dice bene il Papa nell' enciclica Spe Salvi (1).
E libertà di giocarsi ancora una volta in un cammino di amici, in una comunione di popolo che ti educa e sostiene, nonostante tutto ed ogni giorno di più, a dispetto delle tue miserie, che scopri - ahimé - sempre più grandi.
Salvo scoprire che é possibile davvero vivere così, che quella libertà ti ha aperto l'orizzonte della possibilità.
Fino a rendere quel desiderio sempre più incessante, sempre più quotidiano.
Sino a far rinascere l'affezione, la voglia di sentire il Suo calore, la presenza di Colui che l'ha promessa a tutti quelli uniti nel Suo nome.

E non hai bisogno d'altro per rendere la tua vita sempre più affascinante, sempre più degna d'essere vissuta.
Fino a scoprire, alla fine, che questa é conversione.
E che conversione fa rima con felicità.

Note:
(1) Grazie a mia moglie e all'amico Factum, che mi hanno aiutato a vincere la pigrizia e mi hanno costretto a meditare questo passo di Benedetto XVI:
"33. In modo molto bello Agostino ha illustrato l'intima relazione tra preghiera e speranza in una omelia sulla Prima Lettera di Giovanni. Egli definisce la preghiera come un esercizio del desiderio. L'uomo è stato creato per una realtà grande – per Dio stesso, per essere riempito da Lui. Ma il suo cuore è troppo stretto per la grande realtà che gli è assegnata. Deve essere allargato. « Rinviando [il suo dono], Dio allarga il nostro desiderio; mediante il desiderio allarga l'animo e dilatandolo lo rende più capace [di accogliere Lui stesso] ». Agostino rimanda a san Paolo che dice di sé di vivere proteso verso le cose che devono venire (cfr Fil 3,13). Poi usa un'immagine molto bella per descrivere questo processo di allargamento e di preparazione del cuore umano. « Supponi che Dio ti voglia riempire di miele [simbolo della tenerezza di Dio e della sua bontà]. Se tu, però, sei pieno di aceto, dove metterai il miele? » Il vaso, cioè il cuore, deve prima essere allargato e poi pulito: liberato dall'aceto e dal suo sapore. Ciò richiede lavoro, costa dolore, ma solo così si realizza l'adattamento a ciò a cui siamo destinati."

2 comments:

factum said...

ho risposto nel mio Blog, è stato un attimo di amnesia da psw :)

Fausto Leali said...

grazie factum !