Tuesday, March 11, 2008

I DISCHI DI TONY

Me lo ricordo bene Tony. 
Era un ragazzo in gamba, simpatico e intelligente, andava bene anche all'università.
Un po' più vecchio di me, ma era lo stesso periodo in cui andavo all'università anch'io. 
Già, sembra davvero un milione di anni fa.
Studiavo medicina e sul libro dei libri - The Harrison's Principles of Internal Medicine - il virus dell'epatite C non c'era ancora: tutte quelle infezioni del fegato, causate da un germe ancora sconosciuto, venivano chiamate "epatiti non A-non B".
Anche il virus HIV era un illustre sconosciuto e l'umanità non aveva ancora fatto i conti con lo spettro dell'AIDS.

Il Natale di quell'anno Tony venne a casa mia con un bel regalo: For Everyman di Jackson Browne, un cantante che non conoscevo ancora e che avrei presto cominciato ad apprezzare.
A distanza di anni continuo a riascoltarlo con piacere.  
Per non parlare di Running On Empty: quello me lo porterei pure sulla classica isola deserta.

Il Natale dell'anno dopo Tony venne ancora a casa mia.
Questa volta mi aveva portato Strong Persuader, di un giovane musicista blues che prometteva assai bene : Robert Cray.
Un gran bel disco, anche per me che, in fin dei conti, non sono mai stato un grande appassionato di blues.  Ma questo disco mi piacque subito e, come quello di Jackson Browne, anche lui finì più volte sul piatto del mio giradischi, per tutti gli anni a venire.

Sicuramente anche Tony lo ascoltò,  ma non per troppo tempo ancora.
Cominciava a non star bene e quando, tempo dopo, riuscii a parlare al telefono con uno dei medici del reparto in cui era stato ricoverato, la diagnosi che fece fu di quelle che non lasciavano scampo: la sindrome da immunodeficienza acquisita questa volta aveva preso proprio lui.


La gente a volte dà per scontato che i medici siano più bravi nel comprendere il significato della sofferenza. 
Magari fosse vero e invece sono solo più abituati a trovarsela davanti tutti i giorni.
E non che questa cosa li renda migliori, anzi.  C'é persino il rischio che diventino più cinici o, tutt'al più, che difendano se stessi, diventando apparentemente freddi ed insensibili.
Il problema é che anche i medici sono uomini come gli altri e anche a loro la sofferenza dà fastidio.  
A meno che accada qualcosa di diverso.  
Accada cioè che, come uomini, accettino di essere feriti dall'altro:

"(...) prima o poi ogni persona fa un'esperienza che segna l'inizio della sua piena maturità: capisce nella propria carne e intelligenza che, se vuole sperimentare la benedizione legata al rapporto con l'altro/a, deve accettarne la ferita.  Comprende, cioè, che non c'è vita buona senza passare attraverso il territorio buio e pericoloso dell'altro, e che qualunque via di fuga da questo "combattimento" e da questa agonia conduce inevitabilmente verso una condizione umana senza gioia" (Luigino Bruni )  (1)

La ferita dell'altro.
Quante ferite vediamo noi medici ?
Tante, troppe, poco o tanto sostenibili.
Ma questa, forse, é la ferita che vale la pena di subire; se riusciamo a coglierla, dentro ciò che ci accade davanti ogni giorno, forse possiamo cominciare a capire anche noi. 
E a ringraziare. 
Anche di fare un mestiere tra i più difficili di tutti - forse il più difficile - ma che ti può dare tanto di più.


Qualche giorno fa mi sono comprato due bei dischi in vinile.
Due lp vecchi, di Tanita Tikaram (ve la ricordate ? Non era niente male), ma nuovi di pacca, mai toccati dalla puntina del giradischi; due euro e mezzo l'uno, al mercatino: meno del prezzo del pane a Milano.
Mi ha fatto risentire giovane, come quando bazzicavo per negozi di dischi quasi tutte le settimane.  Ne avevo proprio bisogno.
Poi, arrivato a casa, ho ripreso in mano anche i dischi di Tony.
Mi é venuta in mente la sua ferita, ciò che gli é capitato, il mistero del perché sia successo proprio a lui.

Sono ancora belli quei dischi e, a dispetto degli anni, suonano ancora che è una meraviglia.
Ogni volta che li prendo in mano mi torna in mente Tony e non sarebbe la stessa cosa se ascoltassi quelle canzoni da un freddo file mp3, magari fuoriuscito dall'iPod.
Credo proprio che anche Tony, in fondo, continui ad ascoltare bella musica: devono avere impianti stereo fantastici, lassù in paradiso.
Peccato, non siamo mai riusciti ad ascoltare quei dischi insieme; ma lo faremo, un giorno, ne sono certo.

Note :
(1)  Luigino Bruni - La ferita dell'altro - economia e relazioni umane - Ed. Il Margine

3 comments:

factum said...

Ho saputo or ora che Chiara è tornata alla casa del Padre, un mio collega mi ha detto che forse prova più dolore oggi di quando gli è morta la madre. Pregherò per voi. Ho vissuto una cosa simile 3 anni fa, ci si sente un po' più soli, ma è solo un momento.

Ciao

Fausto Leali said...

Riesco a dire solo grazie.
Ora siamo davvero tutti una cosa sola.
Un abbraccio.

Fausto

Anonymous said...

Anche io vi sono vicino nella preghiera. In questo momento sto pensando soprattutto ai focolarini che ho conosciuto in campagna, dove vivevo fino a un anno fa (non lontano da Loppiano). La parrocchia si reggeva e si regge in gran parte sulla loro disponibilità e serenità...