Thursday, December 17, 2009

CHRISTMAS IN MY HEART


Our love is all we have
Our love
Our love is all of God's money
Everyone is a burning sun
(Wilco - Jesus, etc.)

Non date troppo retta a tutti quelli che dicono che é brutta. E' che non ci sono nati e quindi non riescono ad amarla.
Non riescono a fissare la bestia negli occhi, una Milano frenetica e caotica, nevrotica e immusonita, inesorabilmente affumicata dallo smog. Anche in questi giorni che pure si riveste di luci e di colori. E, immancabilmente, ancora più di traffico impazzito. Passavo qualche giorno fa, in mezzo a quella strana downtown che sta sorgendo vicino al Pirellone, venendo su alla velocità della luce e pensavo che in fondo é anche bella, questa pazza e impossibile città. Ci passavo in scooter, tra un'auto e l'altra, ma lentamente, perché é bello andare piano su due ruote, anche se tutti gli altri - quelli che la moto é una scusa per andare più veloci di chi é fermo in macchina - non lo capiranno mai. E, arrivato ad un certo punto, lo scooter l'ho messo pure giù e mi son messo a passeggiare, ancora più lento, in mezzo alla folla, per creare uno spazio dove i pensieri potessero finalmente entrare.
E' lì, in mezzo a queste strade della mente, che ho visto perché é bella, questa mia povera e desolata Milano.
E' bella nei volti della gente, che se ti fermi ad osservarli, invece che a schivarli, ti accorgi che ogni viso ha dentro la sua strada. E che la strada, per quanto tortuosa e impervia possa essere o apparire, ha sempre la faccia di un Destino buono, che ha a cuore il desiderio più profondo del tuo cuore, quello che fa rima con felicità.
Ma i volti talora si nascondono e allora ce la devi metter tutta per vederci dentro. Tranne quelli dei bambini, però, quelli son sempre trasparenti, il desiderio buono ce l'hanno davanti a sé e non fanno nulla, ma proprio nulla per nasconderlo. E' per quello che piacevano tanto a Lui, quand'era diventato grande, Quello ch'era nato a Natale, ch'era stato piccolo e povero anche lui e che un giorno aveva pure ringraziato il Padre perché le cose serie le aveva nascoste ai dotti ed ai sapienti, per rivelarle ai semplici ed agli umili di cuore. Quello che - attenti - si arrabbiava pure, quando qualcuno, grande e presuntuoso, quei piccoli finiva per scandalizzarli.

Quando, molte ore più tardi e di ritorno sulla strada che porta verso casa, mi ritrovo mio malgrado su quelle automobili che il mondo non te lo fanno veder mai, c'é Jeff Tweedy a farmi compagnia, che con la musica dei suoi Wilco sta provando a spezzarmi il cuore a modo suo. "I'm trying to break your heart", canta a squarciagola, e incontra ancora una volta il desiderio più profondo. Quello che il cuore si spezzi dolcemente davanti al bello e non si frantumi invece di fronte a croci che talvolta sembrano troppo difficili da portare.
Rifisso la bestia negli occhi. Questa volta non é la città, ma l'umanità. E all'improvviso non mi affascina più, ma mi provoca disagio; suscita in me il desiderio di fuggire.
Quando il tuo limite é troppo forte, ti schiaccia e t'impedisce di vedere la storia dentro il volto di ciascuno. Per quello scappo via, perché la contraddizione é forte dentro me, ma quella stessa fuga giunge a smascherare di nuovo il mio bisogno, un desiderio più profondo che sa di amore e di gratuità. Ma quella gratuità d'amore, io, noi, non siamo capaci di darcela da soli. E' dono ricevuto, dono che va chiesto a Chi gratuitamente ce lo possa dare. Accettare la ferita dell'altro come una benedizione è ritrovare attraente quella strada, rivestita del volto di chi trovo innanzi a me.

Eppure non basta la domanda. E' necessaria, ma non é affatto sufficiente. O, forse, é una domanda differente, quella che questa volta devo formulare.
Non é la domanda dell'amore e della gratuità che non ho, né mai potrò neppur lontanamente possedere. La domanda é una richiesta di presenza. E' che l'Amore si faccia strada in mezzo a noi e rivesta anche la mia di una scia luminosa, nuova e affascinante. La domanda é una Presenza che rinnova, é il Verbo di Dio che si fa carne, che giunge ad abitare in mezzo a noi.
Solo così la carità non é proposito, solo così può reggere: deve farsi storia di semplice comunione. E solo dentro a quella storia, quella carità imperfetta, negligente e traditrice si educa e cresce sempre più, abbraccia la croce, cade e si rialza, riesce a farsi strumento di Uno più grande che ha a cuore il destino buono di ciascuno.
La mia e la tua storia come rivoli che diventano ruscelli, sino a divenire fiume capace di dissetare l'arida terra della nostra umanità.
Questo é il fuoco che Lui é venuto a portare sulla terra e che desiderava rimanesse acceso. Questa é la sfida del Natale, ciò che mi spezza il cuore veramente. "Senza che Cristo sia presenza ora - ora! - io non posso amarmi ora e non posso amare te ora", diceva don Luigi Giussani. E tu, piccolo uomo, vuoi accettare questa sfida insieme a Me?


2 comments:

Maurizio Pratelli said...

ci sono nato e amo milano, amo i wilco e mi mancava un tuo post. sei un grande cardioman.

Fausto Leali said...

hai un cuore grande, Mauri: lascia che il mio lo abbracci forte.