Wednesday, May 23, 2012

BECAUSE THE NIGHT


"Something is happening here and you don't know whati it is. Do you, mr. Jones?"

Mi sono svegliato al tremare del letto. Nel silenzio dell'oscurità ho udito vibrare le mura della stanza. Non ci siamo detti nulla in quegli istanti, solo ci siamo stretti forte la mano. Fuori di noi la paura, dentro le mani il nostro amore. Senza parole, di notte, solo il nostro amore.
A chi appartiene la notte?

Percorrere la città quando tutto é oscuro. Incrociare volti così diversi da quelli che sfilano via senza ragione durante il giorno. Ogni frenesia é scomparsa all'orizzonte insieme al sole e con essa l'illusione che solo ciò che é veloce abbia ancora un senso. Attimi uno dopo l'altro, fatti di un nervosismo presuntuoso, villano ed ignorante. Eppure non sono altre facce, quelle della notte, ma gli stessi, identici, visi di ogni giorno. Lineamenti di volti divenuti finalmente anima e pensiero, liberi di camminare davanti ad una strada libera. Tratti di un pennello che dipinge espressioni nuove.
Milano di notte é povertà e criminalità percepibile e vistosa, ma anche, soprattutto, gente comune che smette di correre e di urlare. Un gigante d'argilla che, dopo il tramonto, cade a terra, sgretolato dalle mille crepe che l'hanno attraversato durante il giorno. E che, curvato finalmente lo sguardo su di sé, scorge quello spazio largo e disteso che non trovava prima.

C'é bisogno di percorrerla al buio, la città. Quando le auto sono chiuse dentro ai garages o ferme a ridosso dei marciapiedi vuoti. E di guardare. Non smetterei mai di farlo. Attraversarla da un capo all'altro e fermarmi ad osservare. Un viso triste, chino sulla fermata di un autobus che non arriva mai e che quando giunge non ha più un posto dove poterti portare. Un volto che avanza, inesorabilmente lento, pedalando su una bicicletta sgangherata. Una coppia che si bacia, una scritta sul muro, o un ubriaco fermo, appoggiato ad un lampione. Ogni faccia col suo dramma dentro, o con la gioia d'un istante durato troppo poco. Per tutti lo stesso, insopprimibile, desiderio di felicità. Milano di notte é la Milano esistenziale, quella più facile da amare. Se ci fossero finestre senza tende, in questa brutta e insopportabile città, potresti leggere le stesse storie anche negli occhi sepolti dentro appartamenti troppo piccoli per contenere le vicende di un'esistenza intera.

Se c'é qualcosa che sta accadendo ora, la notte é il momento in cui quel qualcosa si fa tenero e struggente. Ed é ora che non voglio lasciarmelo sfuggire. Perché sappia riconoscerlo anche domattina, quando tutto sarà più insopportabile ed irato. Il grido di un'umanità ferita, ma desiderosa di qualcosa di grande, perché plasmata a modello della Bellezza. Il grido di un Dio, che - crocifisso perché pazzo d'amore - s'é fatto addirittura abbandono. Pupilla attraverso la quale Egli vede il suo popolo. E pupilla nostra attraverso la quale noi siamo in grado di vedere finalmente Dio.
C'è una crepa in ogni cosa, ma la terra di sogni e di speranze ora si svela.
E' così che di solito passa la luce.


1 comment:

anna said...

è proprio così.
bellissima questa Patti
ciao