Monday, February 08, 2010

I'LL KEEP IT WITH MINE

Take this sinking boat and point it home
We've still got time
Raise your hopeful voice you had a choice
You've made it now
Falling slowly sing your melody
I'll sing along
(Falling Slowly - The Swell Season)


C'é una scena, alla fine del film Once, che vale più di tutta la buona musica (ed é davvero tanta) che c'é dentro, fatta di poche parole e sguardi veri. Scena tra Marketa e Glen, scena di un amore possibile ma ingiusto. Un amore appassionato, travolgente, dal sapore affascinante, ma non giusto perché tradisce quello vero, che appartiene alla storia che per entrambi é iniziata già altrove. Quella strada, quella che alla fine ti porta davvero fino a casa, é sentiero faticoso, ripido ed esposto al vento, ma ciascuno prova ad intraprenderlo di nuovo, dopo un sospiro profondo dentro sé, di quelli che vanno ferocemente giù nell'anima, sino a scavarla nel profondo.

Non sono canzoni tristi, quelle di Glen e Marketa, perché sono canzoni d'amore.
Non sono tristi perché l'amore non é triste, anche quando é una barca che non saprà come sarà il mare, onde che gli riserveranno giorni di tempesta ed altri di bonaccia. Oceano che non ti consente d'intravedere il porto, ma che comunque non tradisce il marinaio che ama il mare.
Ieri sera, al conservatorio di Milano, in una sala troppo piccola per la dimensione dei cuori che vi si trovavano dentro, i Swell Season hanno provato a coniugare tutte le declinazioni dell'anima. Un viaggio, attraverso le canzoni ed i lunghi dialoghi di Glen Hansard con il pubblico, che ha percorso tutte le strade dell'amore, ora ferito, ora reso sano dalle cure, talvolta dolcemente struggente, talaltra invece descritto in modo appassionato e furioso, lungo scorribande piene di rock e di passione. Come un navigatore esperto, capace di guidare la sua barca ovunque e di mostrarti davvero come é profondo il mare, a tratti Glen si é fermato, per lasciar spazio ad una Marketa Irglova solo apparentemente timida e discreta, in realtà capace di portare, in quell'appassionante follia targata Irlanda, accenti di malinconia che solo le ragazze dell'est sono capaci di donare con colori pastello così accesi.



Anche lo sguardo di Josh Ritter, che ha aperto il concerto e partecipato in una canzone ai bis finali coi Swell Season, é apparso sempre straordinariamente bello e sorridente, pure fuori dalla sala alla fine dello show. E non fa eccezione a tutto il resto l'abbraccio che mi riserva dopo le due brevi parole scambiate assieme. Pure il sorriso che riserva a mia moglie - mentre la prende alla sprovvista con un "Are you Dany?", dandole il cd con la dedica per lei che le ho fatto fare un minuto prima - fa da corollario a tutto il resto.
Ed é tutto questo, ciò che alla fine ti porti via con gusto sino a casa, anche più di tutta la buona musica ascoltata, forse perchè quella musica é figlia di uno sguardo sulla vita che ha proporzioni grandi. Ciò che ti porti via sono sguardi sorridenti sulla vita. Sguardi profondi, usciti da ferite curate con dolore e con fatica, ma ricchi anche dalla gioia di momenti veri che quella vita stessa ti ha riservato. Sguardi dentro volti, come quelli degli amici che ho incontrato là; quelli di mia moglie e di mia figlia; quelli di Josh e dei Swell Season, felici alla fine di un concerto che Glen prolunga all'impossibile, come non volesse mai più andare via.
Occhi di gente che ha a cuore la sua storia come la tua e con i quali ti puoi addormentare in pace alla sera. Sono questi occhi e questi volti che, stretti stretti, porto via con me, nella notte di una gelida Milano, che sembra sonnecchiare impassibile pochi passi fuori dalla festa.
Roba che tengo stretta stretta dentro me, per poter dire, una volta ancora, dentro la mia vita e quella di ogni faccia che ho incontrato: "E noi abbiamo creduto all'amore".



5 comments:

Maurizio Pratelli said...

Mi sono emozionato a leggerti come durante la canzone piú bella cantata da glen.

anna said...

ciao Fausto, quanta bellezza straordinaria in queste parole... gorgeous!

ciciuxs said...

la miglior recensione di sempre di Once, il film.
Love rules the world!
mi spiace non aver salutato te e le tue girls ieri sera.
un abbraccio

Paolo Vites said...

you are gorgeous! haha

fantastico .. e sì, è proprio così

Fausto Leali said...

Volti, occhi e sorrisi che accompagnano il mio cammino.... eccoli qui :-)