Una colonna interminabile di auto sotto la pioggia battente. Luci rosse e bianche e, ogni tanto, un lampo nel buio. Ma non basta a schiarire il grigio dell'asfalto e del cielo. Il lampo è l'illusione di un istante, attimo di luce che precede tuono e tremore, oscurità che ritorna, istante di un cammino che si fa di nuovo paurosamente incerto.
La strada surreale che porta verso casa, quella di un giugno già iniziato che vorrebbe assomigliare al più buio degli inverni, assomiglia maledettamente all'animo pigro di un mattino e di una giornata proseguita lungo pericolose rotte di frenesia e tempesta. Troppo spesso la realtà s'impone come una burrasca, pronta ad infrangere il litorale dell'apparente tranquillità di un animo non predisposto ad accogliere l'imprevisto della via.
Anche stamani il rischio è stato questo. Quello di non vedere la ferita dell'altro. Che ti viene sempre incontro sotto forma di mare in tempesta, di tuono che segue il lampo di luce.
Pazienti ovunque, in ambulatorio e in pronto soccorso, in reparto e lungo i corridoi dell'ospedale. Realtà posta innanzi alla tua vita, in una misura colma, piena, quasi insostenibile. Quantità in eccesso che richiede qualità abbondante. La ferita dell'altro che interpella la tua. La tua pochezza ed incapacità, le tue miserie, che chiedono soltanto misericordia ad un Altro più grande di tutto ciò che incontri.
Ho provato ad amare il prossimo che ho incrociato ad ogni istante. A metterci dentro tutto l'impegno e la professionalità che mi rimane. I muscoli e la mente, impiegati senza risparmiarsi, finché non fossero resi stanchi e madidi di sudore. Puoi arrivare a tanto, non in ogni istante forse, ma ce la puoi fare. Eppure non basta. Non basta perché nulla cambia, finché l'io non si pone consapevolmente davanti a un tu.
E' stato così che, tornando a casa, tutti i volti incontrati lungo la giornata, li ho come visti ripassare quando quello stesso giorno volgeva ormai alla fine. Ogni volto è un Destino ed è solo la passione per quel Destino che può cambiare il mio modo d'amare.
Il destino di chi ho accanto, innanzitutto, quello della moglie, dei figli, degli amici con cui si condivide da sempre il cammino. E per i quali senti di provare una tenerezza immensa. E' un volto che puoi porre sullo stesso piano di quello del paziente incontrato su una barella con l'infarto, o in ambulatorio, il passo incerto mentre entrava. O di quello dell'insegnante, del genitore del compagno di classe del figlio, incontrato di corsa davanti a scuola. Persino di quell'uomo sempre là, allo stesso posto, sotto la pioggia o sotto il sole, fermo ad un semaforo a chiedere la carità.
Questo é voler bene per davvero, attaccarsi con tenacia e tenerezza al Destino di ciascuno, farsi uno con lui. Solo così la realtà non ti ricatta più e la tua libertà é rigiocata davvero nell'Amore.
E allora ricomincerò la mia giornata, amando tutti in questo modo, con questo sguardo di passione. E se troverò qualcuno, lungo la mia strada, disposto a patteggiare unità sul nulla d'amore dei nostri singoli cuori, allora saprò che quel legame nulla e nessuno lo potrà mai più spezzare.
1 comment:
bellissimo post on the road e la prima foto è uno spettacolo
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