Monday, November 20, 2006

MI SOVVIEN L'ETERNO


A volte mi torna in mente Leopardi.
Anni fa, al liceo, mi affascinò come nessun altro.
Sulle prime quel pessimismo debordante parve schiacciarmi, ma poi bastò poco per superare il disagio; mai nessuno era stato così capace di partire dal limite, da tutto ciò che sa di finitezza, di precarietà, per giungere al desiderio dell’eterno, “L’infinito ”, appunto.
Non mi sembrava di prender lucciole per lanterne nel cogliere in tutto questo una religiosità che mi affascinava, ma non era popolare – neppure allora – una piega interpretativa così.
Criticuccia di destra ” , ricordo, fu l’appellativo dato al mio modo di veder le cose dalla mia insegnante d’italiano ed io la contestai a suo tempo; ma ricordo quanto, in fondo, ci stimassimo a vicenda.
Non conoscevo Don Giussani, ma appresi più tardi della sua passione per il poeta e del suo autorevole pensiero nell’accostarne il desiderio del cuore al senso religioso dell’uomo. Appresi anche di come tutto questo non fosse stato esente da critiche, ma fui felice, comunque, di scoprire che quella che era stata una semplice sensazione di ragazzo, coinvolto a modo suo dalle liriche di un grande poeta, fosse qualcosa in più di una semplice questione d’impatto emotivo.

Oggi, ad anni di distanza e vedendo crescere i miei figli a vista d’occhio, mi domando spesso cosa voglia dire “educare” e mi tornano in mente quegli anni. Li confronto in qualche modo con questi, troppo colmi di disimpegno e di violenza, come testimoniano gli episodi di bullismo, sempre più presenti nelle prime pagine dei giornali.
Allora, spesso, ripenso a Don Giussani e quella sua frase all’indomani dell’assassinio dei nostri soldati a Nassyria: “se ci fosse un’educazione del popolo, tutti starebbero meglio ”.
Non so cosa voglia dire educare, guardo i miei figli e vado così spesso in crisi; ma spero di passargli in qualche modo un’esperienza : quella che parte dal limite, il mio, per cogliere la tensione all’infinito, al desiderio di un Altro.
Proprio come Leopardi, checché ne dicano i critici letterari.

2 comments:

Paolo Vites said...

mi sono sempre chiesto quanto Leopardi sia conosciuto all'estero... magari bisognrebbe regalare una copia delle sue poesie a bob dylan... legge sempre e soltanto "quel" poeta del XIII secolo... :-)

Fausto Leali said...

già, almeno quando "copia" tira in ballo qualcosa di più serio. mica un Timrod qualunque....!!!