Wednesday, June 15, 2011

UN LIBRO PER L'ESTATE

Due bambini, vicini di casa, che giocano assieme a soldatini, a basket o a calcetto. Poi i due amici crescono e percorrono strade sempre più diverse: uno, attivista della Fgci, impegnato politicamente, l’altro che entra in seminario. Non si sentono più per anni, poi, all’improvviso, lui, con una mail, ricontatta l’amico prete: “Ti ricordi di me? Giochi ancora a basket?”. Comincia così il dialogo tra don Paolo Zago e “Nic”, il suo amico ateo. Dalle mail si passa rapidamente ad una serie d’incontri, a volte dietro ad una pizza o un boccale di birra. I loro discorsi vertono su tutto, anche su argomenti scabrosi: la fede, i soldi della Chiesa, la vicenda della pedofilia; l’amico vuol sapere - “cosa fa un prete tutto il giorno?” -, entrare nell’intimo dell’esperienza dell’altro, nelle sue gioie e nelle sue sofferenze. Il prete ci sta, si mette a nudo, in un rapporto che, via via, diviene sempre più profondo e finisce per mettere in luce anche l’animo dell’altro. Eppure non è chiaro perché Nic l’abbia ricontattato, dopo tutto quel tempo: cosa c’è dietro a quegli interrogativi?
Il libro di Paolo Zago - Prete in comunità - edito da Città Nuova per la collana Passaparola, si legge d’un fiato ed è un affascinante e profondissimo excursus dentro l’esperienza di vita dell’autore. “Ma cosa vuol dire fare il prete oggi?”, chiede l’amico a don Paolo, ad un certo punto. “Significa essere dentro una comunità - gli viene risposto - Il prete è espressione della comunità e nello stesso tempo ciò che fa è per creare comunione. Un tempo l’idea di una parrocchia era quella dei laici che danno una mano al prete; oggi è quella di un prete che si mette a servizio dei laici”. Questa comunità, quella degli amici di don Paolo, si affaccia anche alla finestra che l’amico ha spalancato, con tutto il suo desiderio di capire. Tra quegli amici, una sera, c’è anche don Carlo, un perenne, splendido sorriso, che talvolta accompagna anche uno straordinario talento di pianista; Nic vuole che suoni per lui qualcosa e, mentre la musica di Liszt si fa strada tra di loro, don Paolo si accorge che una sorta di miracolo è già compiuto: “quando l’umanità si racconta, pur con tutte le sue diversità, trova terreno in cui attecchire in ogni cuore aperto al vero e al bello”. Il segreto del libro e dell’avventura dei due amici è forse tutto qui, in quel terreno reso fertile dal dialogo d’amore tra due persone, terreno in, cui, poi, sarà un Altro a seminare ciò che il cuore desidera nel suo intimo più profondo. Rimane solo un dubbio: cosa ha spinto Nic a contattare quel suo amico prete, dopo tutti quegli anni trascorsi altrove? E’ la felice sorpresa che si scopre alla fine del libro.

7 comments:

anna said...

ehi ma è il mio parroco! devo leggerlo
ciao!

p.s. ma stasera doveva esserci l'eclisse, sono salita sultetto alle 22.10 e la meravigliosa luna di ieri sera non c'era!!! il cielo era ancora azzurro e rosa... dove è finita??

Fausto Leali said...

Eh sì, è lui.... il nostro parroco!

PS Ma il SanProtaso InForma di giugno l'hai preso? :-))

anna said...

ops, non ancora.

domenica c'è Bingham a Sarnico.
Lavori?
Sinceramente io ho un appuntamento che si rimanda da troppe volte, è una pugnalata, ma non so ancora se riuscirò ad andare...

buon lavoro!

Paolo Vites said...

se era una eclissi ovvio che la luna non c'era....

Fausto Leali said...

niente bingham per me :-(

Fausto Leali said...

anna, ecco l'eclissi:

http://annavercors.splinder.com/post/24717082/leclissi-di-luna

anna said...

c'è Vites domani, tardopomeriggio col suo libro!
ce la fai?

bellissime foto, volevo vedere in diretta il movimento...