"Addio!" disse Gandalf a Thorin. "E addio a voi tutti, addio! Adesso la vostra strada va diritta attraverso la foresta. Non allontanatevi dalla pista! Se lo fate, c'é una possibilità su mille che la ritroviate di nuovo e usciate da Bosco Atro; e allora non credo che io, o nessun altro, possa mai riverdervi".
"Ma dobbiamo proprio attraversarlo?" si lagnò lo hobbit.
"Certo che sì" disse lo stregone "se volete arrivare dall'altra parte. O lo attraversate o abbandonate la vostra ricerca. E non ti permetterò di fare marcia indietro proprio adesso, signor Baggins. Mi vergogno di te se lo pensi. Devi badare a tutti questi nani in vece mia! egli rise.
"Ma no, ma no!" disse Bilbo. "Non volevo dire questo. Volevo dire, non c'é una strada che passi intorno al bosco?"...
"Arrivederci, allora, e arrivederci sul serio!" disse Gandalf, e girato il cavallo si allontanò al galoppo verso occidente. Ma non poté resistere alla tentazione di avere l'ultima parola. Poco prima di essere troppo lontano, si girò e facendosi portavoce colle mani li chiamò. Essi udirono le sue parole arrivare loro fioche: "Arrivederci! Fate i bravi, abbiatevi cura, e non lasciate il sentiero!"
(J.R.R Tokien - Lo Hobbit)
Quanta resistenza fa Bilbo!
Perché rischiare, proseguire in un cammino difficile e incerto - "...non c'é una strada che passi intorno al bosco?" - e tener conto degli altri, affidandosi a loro e, nello stesso tempo, portando i pesi l'uno dell'altro, condividendo gioie e dolori, lasciandosi conquistare da uno sguardo sulle cose capace di perdere tutto di sé per lasciar spazio ad un Altro?
Ogni giorno di più, questo mi appare l'unico sguardo vero sulla vita, denso di vera comprensione sulla realtà ed altrettanto affascinante e sicuro.
Un modo nuovo di guardare, che, col tempo, diventa passione e si fa capace di superare il limite - non si spaventa più! - mentre, allo stesso tempo, é incapace d'inorgoglirsi dei successi, impostori come la sconfitta.
Un cammino, infine, che segue con attenzione un sentiero, l'unico che possa giungere un giorno al tesoro, magari scoperto - come accade a Bilbo - nel momento meno atteso:
"e alla fine, inaspettatamente, trovarono quello che andavano cercando..."
"Ma dobbiamo proprio attraversarlo?" si lagnò lo hobbit.
"Certo che sì" disse lo stregone "se volete arrivare dall'altra parte. O lo attraversate o abbandonate la vostra ricerca. E non ti permetterò di fare marcia indietro proprio adesso, signor Baggins. Mi vergogno di te se lo pensi. Devi badare a tutti questi nani in vece mia! egli rise.
"Ma no, ma no!" disse Bilbo. "Non volevo dire questo. Volevo dire, non c'é una strada che passi intorno al bosco?"...
"Arrivederci, allora, e arrivederci sul serio!" disse Gandalf, e girato il cavallo si allontanò al galoppo verso occidente. Ma non poté resistere alla tentazione di avere l'ultima parola. Poco prima di essere troppo lontano, si girò e facendosi portavoce colle mani li chiamò. Essi udirono le sue parole arrivare loro fioche: "Arrivederci! Fate i bravi, abbiatevi cura, e non lasciate il sentiero!"
(J.R.R Tokien - Lo Hobbit)
Quanta resistenza fa Bilbo!
Perché rischiare, proseguire in un cammino difficile e incerto - "...non c'é una strada che passi intorno al bosco?" - e tener conto degli altri, affidandosi a loro e, nello stesso tempo, portando i pesi l'uno dell'altro, condividendo gioie e dolori, lasciandosi conquistare da uno sguardo sulle cose capace di perdere tutto di sé per lasciar spazio ad un Altro?
Ogni giorno di più, questo mi appare l'unico sguardo vero sulla vita, denso di vera comprensione sulla realtà ed altrettanto affascinante e sicuro.
Un modo nuovo di guardare, che, col tempo, diventa passione e si fa capace di superare il limite - non si spaventa più! - mentre, allo stesso tempo, é incapace d'inorgoglirsi dei successi, impostori come la sconfitta.
Un cammino, infine, che segue con attenzione un sentiero, l'unico che possa giungere un giorno al tesoro, magari scoperto - come accade a Bilbo - nel momento meno atteso:
"e alla fine, inaspettatamente, trovarono quello che andavano cercando..."
6 comments:
vedo che il mondo di Tolkien ti ha conquistato (e sarò curioso di conoscere gli esiti della tua lettura estiva) non mi posso esimere dallo spendere qualche parola su questo intervento che senz'altro coglie nel segno; però se mi permetti aggiungerò che quello che mi ha sempre colpito del personaggio è la sua estrema e ultima semplicità per cui insieme alla resistenza a cui tu accenni c'è sempre un ultima e irresistibile attrazione verso la realtà e quello che la realtà gli suscita; questo riesce a generare in lui un abbandono e una ripresa che non lascia strascichi, la realtà vince 'sempre' sul suo pregiudizio cosa difficile che succeda veramente in noi; basta annotare il cambiamento che avviene in lui come assunzione di responsabilità di fronte alle avversità e al dramma della vita: certo questa posizione in lui è resa possibile solo per Gandalf che lo stima non per quello che appare, come i nani, ma per quello che sa essere il suo cuore, cioè il vero se stesso. Scusa la lunghezza e l'intrusione. A presto. G.
Ce ne fossero di "intrusioni" così...
illuminante! grazie e a presto
e solo lui poteva avere questa misione, era la "sua", la sua vocazione, solo lui poteva essere il portatore dell'anello, e Gandalf lo sapeva.
Siamo insostituibili, ognuno con il suo compito, cercando sempre una strada che giri intorno..
scusate la pignoleria, ma è per confermare la sostanza dell'ultimo intervento, il portatore dell'anello è Frodo, protagonista hobbit del Signore degli Anelli; e l'Anello ha già assunto un altro 'peso' (e quindi un altro il compito che richiede) Non sono interscambiabili, anche come artificio letterario, non si possono mettere uno al posto dell'altro, proprio per quello che dice Factum, quando parla dell'unicità ed insostituibilità di ognuno. Paradossalmente parlando, non so se Bilbo sarebbe stato in grado di compiere la missione di portatore dell'Anello, in quanto la sua fisionomia(storia, educazione, temperamento)è diversa da quella del nipote Frodo (e anche se ciò di cui pur 'consistono' è lo stesso). Ancora scuse. G.
Grazie per la precisazione, é vero abbiamo mescolato un po' le carte.
Chi non sembra mescolarle, in entrambe le storie (Lo Hobbit e Il Signore degli anelli) sembra essere Gandalf, che mantiene il medesimo sguardo di fiducia verso la storia di ciascuno...
non volevo farne una questione di lana caprina un po'inutile, spero fosse chiaro; mi interessa la letteratura in quanto parla a me e di me. Gandalf è lo stesso o quasi nel primo e nel secondo libro. Ciao da Giova..
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