Wednesday, February 25, 2009

LOCH LOMOND


Back to the music, one more time.
Un auto che viaggia al tramonto, sulla strada verso casa, ancora una volta é una porta che spalanca sogni e desideri.
Musica di fredde lande islandesi - meravigliosi Sigur Ròs - mi ha fatto viaggiare all'infinito con la mente, per giorni e giorni. E cosi sono tornato anche da loro, i Runrig, fieri paladini delle terre di Scozia, alfieri di una musica che sa coniugare rock e tradizione, note su spettacoli di bandiere che sventolano ai concerti, ma che non hanno nulla di sciovinista ed irreale: solo genuinità, entusiasmo ed orgoglio per le proprie radici.
Una canzone come Loch Lomond  é capace di catapultarti chissà dove, anche se le note fuoriescono dal triste lettore cd di un'auto qualsiasi, sperduta nell'insulso piattume della pianura padana.
Ma tant'é, con la fantasia sei già lassù, sulle rive di laghi e paesaggi di cristallo e di castelli, ed i tuoi sogni possono volare liberi, senza che la fretta di chi percorre la strada davanti e dietro a te - anime sensibili solo ad insensata frenesia - possa minimamente scalfirti.
E' così che canti con loro, a squarciagola, mentre brividi salgono sulla tua pelle a poco a poco, man mano che ti fai compagnia di quella musica, che racconta con epica e struggente tristezza di una guerra che ha portato via con sé amori e desideri.
E' la fantasia che ti fa salire sul palco con loro, fratello d'arme della voce di Donnie Munro - senza di lui la band non sarà mai più la stessa - della poesia che Malcolm Jones sa infilare dentro una chitarra, allo stesso modo che in una cornamusa, del magico ritmo dei fratelli MacDonald, dietro ad ogni struttura melodica della band.
E poi la voce di Rory MacDonald, l'unica in grado di tener testa a Donnie, e che importa se quando canta in gaelico avresti bisogno della traduzione simultanea accanto a te; se la bellezza é capace di passare attraverso suoni ed emozioni, scavalcando impassibile parole incomprensibili, vuol dire che ha raggiunto il suo scopo: fare vibrare qualcosa in te.

E' così che ti accorgi che basta così poco a renderti felice, a scacciar via la noia e la stanchezza, persino le ferite più profonde del tuo cuore. Ma quel poco, se ci pensi bene, in realtà é il molto, perché in quegli istanti, forse, hai colto la relazione tra le cose.
Una relazione che é Armonia. Armonia tra le note di una bella canzone ed il tramonto che ti senti addosso; tra la tua fantasia e la realtà di ciò che vivi e vedi.  Armonia che senti in te - nonostante tutto - e che percepisci nelle cose tra di loro.
Gioisci e ti stupisci, allora, mentre ti accorgi che non l'hai creata tu e neppure le cose cui l'hai sentita correlata.
Quell'armonia, lo capisci infine, é frutto dell'Amore che ha dato forma e sostanza al tutto e che oggi, per una magia che la musica é stata in grado di elargirti ancora, ti ha fatto percepire.
L'averlo sentito vivo su di te - l'Amore che tutto  sostiene - ti ha fatto  sentire come nuovo.  
E' per quello che ti ha sorpreso felice, a cantare a squarciagola.


2 comments:

Maurizio Pratelli said...

Ammetto di non conoscere questa band, approfondirò. Ma il tuo post è musica per le mie orecchie, caro Fausto.

Fausto Leali said...

Mauri, incredibile: ho citato qualcuno che non conosci!
posso chiudere il blog... :-)