Friday, February 15, 2008

SHERYL & SHELBY



"Sono trent'anni che canto, abbastanza per potermi rendere conto del talento altrui".
Se corrisponde al vero che Bob Dylan, in tempi non sospetti, disse questa frase a proposito di Sheryl Crow, non ci si può proprio esimere dall'ascoltare il suo ultimo lavoro, Detours.
E l'album non delude affatto, un rock che si ascolta con piacere, persino con spunti folk che richiamano alla memoria proprio l'illustre menestrello di Duluth.
Certo il songwriting é quello che é: si sale su treni che non sembrano sbuffare proprio d'assoluto. Ma d'altra parte treni del genere, di questi tempi, non se ne trovano facilmente, pronti alla stazione per partire. Come scrive Paolo Vites nell'ultimo numero di Jam : "qualcuno pensava che ci fosse in giro una nuova Joni Mitchell o un nuovo Bob Dylan ?". No davvero, ma le liriche di questo disco sono comunque oneste e sincere ed attingono in profondità all'esperienza personale dell'artista, non tutta rose e fiori negli ultimi tempi.
Stesso discorso lo si potrebbe applicare a Shelby Lynne, che riesce forse ad attingere dalla sofferenza della propria vita personale, per giungere a realizzare uno dei migliori dischi della sua carriera, il cristallino, Just A Little Lovin', tributo all'inglese Dusty Springfield.
Gran bella voce anche quella di Shelby, che qui raggiunge vertici interpretativi davvero notevoli, in una chiave decisamente pop, ma senza perdere le tipiche sfumature country delle sue radici.
Insomma due dischi da ascoltare con piacere, che sia davanti ad un bicchiere di whisky con gli amici, piuttosto che in solitarie scorribande autostradali o, peggio, in mezzo al sempre immobile traffico cittadino. Magari proprio mentre Sheryl attacca "gasoline, we'll be free"...

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