Tuesday, February 26, 2008

DIAVUL D'UN VAN DE SFROOS


"Picchia e scava, batti e innalza, cerca, trova e spendi, per poi ricominciare il viaggio, per riascoltare il cuore, ricordargli che lui é la roccia, ma anche la mazza che la colpisce"

(Davide Van De Sfroos)


Dovevo aspettarmelo, lo so, che alla fine a fregarmi sarebbe stato proprio un italiano.
Dopo anni di ascolti di musica americana - perché il rock l'é minga una roba italiana, gh'é gnent de fà - eccolo lì, il Davide Bernasconi, in arte Davide Van De Sfroos, a sfornare uno dei dischi più belli che abbia mai ascoltato, da tanto, troppo tempo a questa parte.
Che poi Pica ! non é neanche troppo italiano, pieno com'é di quel bel dialetto tremezzino, come da tradizione nei lavori di quest'artista straordinario; così hai pure bisogno di prenderti in mano il libretto coi testi, perché sarai pure lumbaard anca ti, ma mica capisci sempre quel che dice.
Sta di fatto che ho comprato questo disco già da un po', ma non riesco più a toglierlo dal lettore.  E non é solo per la musica, sebbene basterebbe solo quella a far alzare quest'album di una spanna sopra tanti altri.  Perché é davvero bello sentire quelle chitarre e quel rock, e quei ritmi ora country, ora un po' cajun, con tanto di banjo e fisarmonica; e poi l'organo Hammond e persino l'armonica, a sfidare a duello quella voce che parla el dialèt e che é musica anche lei allo stesso tempo.  Già, la voce di Van De Sfross, appunto: l'altro giorno quando ho fatto sentire il disco a mia moglie, che non lo conosceva ancora, é saltata su dalla sedia e ha detto : "ha una voce pazzesca !".    Ed ora faccio anche fatica a riprendermi indietro il cd.
Me lo sono ripreso eccome, invece, perché mentre ascolti le canzoni devi scoprire anche le persone che ci sono dentro. E cominci dalle foto che trovi nel libretto, quasi tutte scattate dall'autore.  Foto di personaggi, la gente delle storie di cui senti cantare, un popolo vero che De Sfroos ha incontrato e che ha narrato.  Allora cominci a capire come mai di questo disco t'innamori poco a poco e vorresti non lasciarlo più: é perché chi canta s'é fatto prima compagnia.
Il costruttore di motoscafi, l'Alain Delon De Lenn, il minatore di Frontale.
Per arrivare poi anche alla gente di New Orleans ed é il primo colpo basso del disco.
Un breve attacco di bottleneck e poi una ballata intensa, forte ed avvolgente, struggente come non mai. New Orleans ti porta fin laggiù, insieme a lei, vegnuda granda giò in paluud - cresciuta in palude - finché il racconto diventa davvero condivisione, dentro le lacrime di un uragano, che tanti hanno descritto, ma pochi raccontano davvero. Così ascolti e ascolti di nuovo, e cominci a piangere anche tu, perché questa sì che é compagnia al dolore e solo chi sa prendere tanto su di sé ti può dire che é possibile tornare lì, ricominciare ancora :
E adess che canzon te canti, che la chitàra l'ha purtada via el fioemm
E adess che canzon te soni, che la mia trumba l'ha bufada via el veent...
Le nostre lacrime sul Mississipi sono difficili da far vedere
Le nostre urla dentro l'uragano e queste assenze da lasciar tacere
E come mai piovono aghi da lassù e siamo bambole voodoo
Trafitte in ogni punto ormai...
E te... desmett de piaang o mon amour
Te tegneroo la man toujours ... e ti riporto a New Orleans


Ed alla commozione torni, anche più di prima, quando finisce la storia di 40 Pass.
Ma non é il piano e neppure il violino; e neanche quella voce, pure così bella ancora; é il racconto di una storia, che potrebbe essere la tua.  Storia comune, di chi arriva in questa città, troppo spesso inospitale.  Racconto di corsari della bovisa, tutti uguali, tutti con lo stesso timore, davanti a un Domm de Milan, a quella chiesa troppo grande, che forse per entrare ci vuole pure il telepass e che per pregarci dentro devi imparare una preghiera de città.
Salvo scoprire che quella Madonnina é ancora l'unica a dare un senso a ciò che ti accade, l'unica che riesca ancora ad ascoltare trii cume luur.
Così é per quello che ti commuovi veramente, perché questa volta il cantastorie ha fatto un passo in più.  L'andare per mano adesso é dietro al desiderio e quella cordata che vedi é diventata compagnia al destino.  Per questo tutto cambia e non é più come prima.   E per questo 40 Pass - forse - è davvero il cuore del disco, il punto nevralgico intorno al quale tutte le storie acquistano un senso vero.   Perché questa  - e lo ha detto, Van De Sfroos - é una storia di redenzione :

E l'è tuta per luur questa gèsa troppa granda
e forsi per nà deent basta fa quaranta pass.
Una preghiera per Bob Marley e per el nonu in paradiis
una candela a Sant'Ambroes e una candela a San Vituur
e a sta bela Madunina che la riess amò a brilà...
la sarà anca piscinina ma la rièss anca a scultà
trii cume luur....

Vai avanti ad ascoltare il disco e ti pare incredibile non trovare un punto debole da nessuna parte. Quanto tempo era che non mi succedeva più.  Così, tra canzoni come Loena de Picch o Furestèe, che partono così bene che ti sembrano la Knockin' On Heaven's Door dei tempi migliori, arrivi al Cavaliere Senza Morte e finalmente riesci ad ascoltare ancora una volta una canzone che parli della guerra.  Anche le sonorità acquistano una solennità prima sconosciuta, accompagnando un testo che ti richiama alla mente immagini d'inferno dantesco; e intanto assisti ad un crescendo della musica, prima medievale e poi quasi sinfonica, fino alla sorpresa finale, quando un attacco di batteria, seguito dalle acide chitarre, accompagna l'arrivo dei carri armati, davanti agli occhi di quel cavaliere, che ha posato il martello di Thor, ma non riesce più a morire.


Ecco é finito il disco e sono pure arrivato al lavoro.
Ma come é possibile che hai tolto il cd dall'autoradio e dentro ti sei sentito cambiato ?
Eppure l'hai sempre saputo che 
la musica non potrà mai salvare il mondo: solo Uno l'ha fatto ed una volta per tutte.  Ma, lo sai ormai, ti può aiutare: eccome se lo fa; e ti alza lo sguardo, sguardo debole e indifeso, forse, perfino quando appare fiero, ma incessante e sicuro, perché certo che troverà una Madre, che anche oggi, un'altra volta ancora, gli darà tutta la forza per tirare avanti.

E quando, un attimo dopo, sono salito sull'ascensore in ospedale e sono arrivato in reparto, e poi in ambulatorio, ho trovato tanta gente a salutarmi, con quei "buondì dutùr" che troppe volte ho sentito, ma poche ho ascoltato veramente; e in un istante mi é venuto in mente Il Costruttore Di Motoscafi.
Allora sì che finalmente ho risposto anch'io e ci voleva quel buon diavolo d'un Van De Sfroos a svegliarmi sul serio.
A svelarmi che dietro ogni volto c'é una storia.
E che nessuno la cancellerà mai.

Ghirigori sura l'acqua e la mia firma sura l'unda
cun la barca che s'impenna, quajvolta la funda..
e poe ruverà la breva a scancelà questa mia scia,
ma el sègn de la mia storia me la purterà mai via...

7 comments:

factum said...

Va be', se volevi rubarmi un post ci sei riuscito :), e ho pure letto l'intervista su jam, De Sfroos mi aveva un po' deluso con il cd passato, sembrava avesse preso una strada non della sua terra, si è ripreso alla grande.
Ma non è detto che su quaranta passi non mi esca comunque un post...


(però le note del violino di New Olrleans mi ricordano Canzone di Celentano/D.Backy)

Il Grillo Cantante said...

Carissimo Fausto, concordo al 110%, anche io non riesco più a togliere dall'autoradio PICA!, specie dopo un periodo di infatuazione country-bluegrass. E' incredibile: quel genere è affascinante, ma lo sentivo troppo lontano, un po' inarrivabile: finalmente qualcuno mostra la strada per parlare la stessa lingua.
Perchè quando la musica è "popolare" attraversa e commuove il cuore del popolo. E Van de Sfroos sa bene cosa genera un popolo: il suo senso del mistero, e il nome che gli da.
Ci vediamo al datch forum!

Fausto Leali said...

x Factum : Pica! é talmente bello che muove qualcosa nell'animo di ciascuno. Attendo il tuo post su 40 pass !

x Grillo: è proprio così, anch'io ho pensato a Van De Sfroos pensando alla musica "del popolo". E mi é venuto in mente anche Chieffo....
Ci vediamo tutti sotto il palco a Milano !!!

Paolo Vites said...

anche io non riesco + a toglierlo dal lettore! mi si è incastrato dentro accidenti!

sorry...

speriamo di vederci anche (con lui) al meeting....

Fausto Leali said...

x Paolo: meglio così se é incastrato, se no finisce che ci metti troppo Sheryl Crow... :-))

factum said...

Accontentato

Fausto Leali said...

E mi hai accontentato davvero !
Il bellissimo post di Factum é qui:


http://factum.splinder.com/post/16154375?680#comment-43261780