Wednesday, February 11, 2009

118


Mentre accompagno mia figlia a scuola, il pensiero corre ancora a quella maledetta sera prima, quella in cui ci hanno detto che Eluana non é più tra noi.
L'auto percorre la strada, l'ultima svolta prima della scuola e loro sono tutti lì. Due autolettighe del 118, vigili ovunque e quegli uomini per terra, intenti a rianimare una persona.
La tristezza non riesce a svanire, odore di morte dappertutto, come una cappa che avvolge ogni cosa. Quando, più tardi,  ritorno dalla mia giornata di lavoro in ospedale, lungo la strada del ritorno ci si ferma di nuovo, tutti in colonna. Dopo poco lo intravedo laggiù, l'elisoccorso del 118 e tutta l'altra gente, un'altra volta ancora.
E' una lotta insostenibile, quella che vedo accadere intorno a me. E che sembra non finire mai.
Un gigantesco perché, di fronte al dolore che incontro per strada, al male causato dagli altri, al male dentro di me.

E' così che ripenso a quell'uomo, incontrato un giorno in pronto soccorso, e che il Destino ha voluto far morire davanti a me.
Scrissi una lettera, allora, a tanti amici, e tanti risposero, così che pensai a corde dell'anima che vibravano tutte assieme. Fu allora, che come poche altre volte, le mie lacrime divennero di gioia, quella gioia che ritrovi quando percepisci il senso per cui vale la pena di combattere ogni giorno, di conservare la fede.
Oggi, quella lettera, ho pensato di metterla anche qui.
Non so se ha un senso, forse no. Ma il Senso che ha per me, e che ho percepito in quei momenti come in tanti altri, é ciò che mi tiene in piedi ogni giorno.
Anche oggi, che la mia preghiera continua ad accompagnare Eluana e il suo papà, davanti a quel gigantesco perché.


20 ottobre 2008
Amiche ed amici carissimi,
perdonate questo scritto, il racconto di un'esperienza, ma é qualcosa d'importante.
Ed io non voglio dimenticare, lasciar passare questa giornata invano, per cui - forse - scrivo a voi per parlare a me ed al Gesù che sempre vorrei vivesse in me.

Sabato mattina, in ospedale, é partito per il cielo davanti ai miei occhi un uomo di 43 anni, per un infarto.
A nulla sono valsi l'impegno di chi ha provato a rianimarlo, prima fuori dall'ospedale (il personale, bravissimo, del 118), sia di chi, come me, se l'é trovato lì, in Pronto Soccorso.
Ho ancora davanti agli occhi lo strazio della moglie inconsolabile, con dei bambini piccoli che d'ora in poi tirerà grandi da sola.
E mi rivedo lì, incapace di parole, solo di tenerle stretta la mano, in una posizione davanti al reale che é solo quella di Maria, il suo stabat davanti alla croce di Gesù. Il Mistero di un Dio che si fa abbandono - "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" - ancora una volta chiave di lettura di tutto, del dolore inconsolabile, di ciò che non capisci, di un lavoro (il mio) a tratti insostenibile, di ogni riga storta di qualsiasi esistenza.
Ho scritto sul blog, di getto, quel mattino: Stabat é la parola, Stabat racchiude tutto, anche le lacrime che ho dovuto asciugare, prima di scrivere la mia relazione per il Pronto Soccorso.

Mentre la giornata in ospedale andava avanti, tra lavoro e mille pensieri, pensavo ai miei amici del Movimento, riuniti in un incontro a Frontignano.
Mi sembrava finalmente di cominciare a capire cosa sia l'Unità a distanza, quella che stringi coi fratelli mentre non li vedi, mentre combatti lì sul campo, a fare i conti con quello che Dio vuole da te in quel momento.
Ma che é Unità vera, se Gli chiedi di farti capace di vivere così, legame saldo, indissolubile.
Presenza di Lui in mezzo a noi.
Perfetta letizia.

Alla sera, tornando a casa in auto, il rosario recitato per quell'uomo, per la moglie, per i figli, aveva un sapore speciale.
Mi son fatto felice di quel pregare così: moneta pagata per abbassare il prezzo di chi non mi conosce, qualcuno che non incontrerò mai più, forse, se non nell'aldilà, cosicché qui sulla terra non mi può neppure ringraziare.
Preghiera come amore gratuito, io che la gratuità - nella mia vita - la devo ancora imparare veramente.

Stamani, smontando da un'altra notte di guardia avevo Bob Dylan in macchina, nel lettore cd.
'Cross The Green Mountain é una bellissima canzone, che parla della guerra civile americana.
Le note struggenti, quella voce di Dylan, si può arrivare a piangere per una canzone.
Al semaforo un vecchietto: mi fermo, abbasso il finestrino, frugo nel borsellino per dargli qualcosa.
Ho provato a guardarlo negli occhi con la stessa intensità con cui ho stretto la mano di quella donna inconsolabile, giunta al fianco del marito partito per il cielo. Lui mi ha guardato con uno sguardo che é entrato dritto in me.
Stessa intensità, stesse lacrime: davanti alla morte, davanti ad un povero, ascoltando una canzone.
Tutto é Bellezza perché tutto é Destino, disegno di un Altro.
Sono grato a Cristo, per il dono di questa vita.
Poi, quando saremo di là, tutto finalmente si riconfigurerà nel Suo Amore, tra di noi, in Lui, nella Trinità.
Vi abbraccio forte,

vostro
Fausto





8 comments:

ciciuxs said...

grazie fausto, ormai sei un punto di riferimento, un aiuto, una testimonianza per quando tutto sembra così 'inutile'

Vernè said...

Grazie, Fausto.
Mi si sono inumiditi gli occhi nel leggere della tragedia e poi dell'atto d'amore e dello sguardo di ricambio del vecchio al semaforo...
Basterebe poco per trasformare le nostre giornate e metterle in sintonia con le SUE creature!

Maurizio Pratelli said...

Per tante cose si può piangere. E da tempo ho smesso di trattenere le lacrime. Anche per post come questo. Grazie.

don Luca Peyron said...

Anche io dico grazie, Deo Gratias perchè quando il cuore di un uomo parla dal profondo è il Signore che parla nel suo profondo, eco di una umanità che non si arrende perchè sa che gli è stata donata, in Maria, la divinità...

Fausto Leali said...

Grazie amici!

Proprio stanotte un'altra urgenza nel reparto in cui lavoro. Ma quell'uomo di 79 anni, andato in arresto cardiaco in bagno, questa volta l'abbiamo ripreso ed oggi pomeriggio stava bene..

La gioia oggi ha preso il posto del dolore, ma l'importante é essere strumenti nelle Sue mani.

don Luca Peyron said...

Giorno per giorno...

Anonymous said...

Ciao Fausto. Come ti ho già scritto in altro commento sono arrivato qui per caso seguendo sul web l'opera di Don Aldo Trento. Mi farebbe piacere se tu volessi mettere il widget degli ultimi commenti; potrei seguire più facilmente questo blog interessante blog. Ciao. Cocodix

Fausto Leali said...

Ciao Cocodix, grazie per essere passato da qui!
Il widget? Perché no, appena capisco come si fa... :-)